Rompere le catene

«Rompere le catene, tornare liberi e diventare messaggeri di speranza per altri che sono in difficoltà». Nell’xi Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, Papa Francesco torna a lanciare un appello, che è insieme una chiamata all’azione comune contro il turpe fenomeno. Lo fa con due post odierni lanciati dall’account @Pontifex su X, in cui ricorda la figura e la storia di Santa Giuseppina Bakhita — di cui oggi, 8 febbraio, ricorre la memoria liturgica — che fu essa stessa vittima, rapita e venduta più volte sul mercato delle schiave. Il Pontefice esorta a metterci «in ascolto, con vicinanza e compassione, delle persone che sono state vittime della tratta, per aiutarle a rimettersi in piedi e insieme con loro individuare le vie migliori per liberare altri e fare prevenzione».
Il tema dell’edizione 2025, in continuità con il Giubileo in corso, è “Ambasciatori di speranza: insieme contro la tratta di persone”. Ne parliamo con un ampio approfondimento nelle pagine de «L’Osservatore Romano» per fare nostre le parole del Papa, che nel 2015 volle istituire l’iniziativa, affidandone la promozione all’Unione internazionale delle superiore generali e all’Unione dei superiori generali e al coordinamento alla rete Talitha Kum. Un’occasione per non spegnere i riflettori sul contrasto a un crimine contro l’umanità che ancora oggi, secondo l’Onu, interessa 50 milioni di persone, in particolare donne, minori (una vittima su tre è un bambino), migranti e rifugiati. Molte delle vittime, come ricorda anche Caritas Italiana, sono costrette a indebitarsi con i trafficanti per finanziare viaggi disperati verso Paesi ritenuti più sicuri e questi debiti, impossibili da saldare, diventano un meccanismo di controllo nel quadro di una piaga che va debellata e di una spirale che va spezzata. #PrayAgainstTrafficking. (giada aquilino)
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