· Città del Vaticano ·

L'Osservatore della Domenica

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Il «giovane rampollo» 
 

Quello che Pio XI definisce «il giovane rampollo» del quotidiano vede la luce il 6 maggio 1934 con la testata «L’Osservatore Romano della Domenica» (che dal gennaio 1951 diventa «L’Osservatore della Domenica»). L’intento della pubblicazione – si legge nell’editoriale del primo numero – è di offrire  «una rassegna settimanale  della vita religiosa  e sociale, e di contribuire così  a rendere più facile e proficua la divulgazione della stampa cattolica». In realtà,  come sembrano confermare anche recenti ricerche storiche, il settimanale nasce  per affiancare al quotidiano (organo della Santa Sede  e perciò soggetto a più rigidi controlli da parte del regime fascista) una voce più smarcata dall’ufficialità vaticana  e, dunque, più libera  dalla morsa della censura.  

La sua ideazione si deve all’iniziativa di Mario Baldelli – che a quel tempo ricopriva un incarico amministrativo  nel quotidiano – con l’avallo  di Dalla Torre e il contributo di un gruppo di redattori e collaboratori di primo piano: tra questi, Renzo Enrico  De Sanctis, Mario Boehm, Cesidio Lolli, Igino Giordani, Federico Alessandrini,  Enrico Lucatello, Ugo Piazza. Nel gennaio 1947 giunge  alla guida del settimanale Enrico Zuppi, che lo dirigerà fino al luglio 1979. Figura  di spicco del giornalismo cattolico italiano del xx secolo, Zuppi lo trasforma  in una raffinata rivista, modernizzandone la grafica  e ampliandone i contenuti.  

Alla vivacità e allo spessore  degli articoli corrisponde l’accuratezza dell’impaginazione e l’utilizzo sempre più frequente delle fotografie, mentre altre firme illustri – come quelle di Piero Bargellini, Giuseppe De Luca, Pirro Scavizzi, Benvenuto Matteucci, Adriana Zarri – si aggiungono a quelle dei collaboratori storici del settimanale. Sono da ricordare, in particolare, i numeri speciali pubblicati in difesa di Pio xii (1964) e a conclusione del concilio Vaticano ii (1966). 

Nel 1979, con l’uscita di scena di Zuppi, il periodico viene ridotto a otto pagine in formato tabloid inserite nel numero domenicale del quotidiano e, alla fine di dicembre del 2007, interrompe le pubblicazioni. (dal numero speciale per i 150 anni dell'Osservatore Romano, 1 luglio 2011)

 

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Dagli scaffali dell’archivio a quelli del web

 

Oltre tremilaseicento fascicoli, rilegati in settantacinque volumi, per un totale di più di sessantamila pagine. Sono questi i “numeri” dell’archivio storico de «L’Osservatore della Domenica», fino ad oggi conservato e custodito negli uffici de «L’Osservatore Romano» assieme alle collezioni dell’edizione quotidiana, dei settimanali (francese, inglese, portoghese, spagnolo, tedesco e italiano denominato “dei parroci”), del mensile in lingua polacca, della rivista «Donne Chiesa Mondo» e alle riproduzioni microfilmate delle annate 1849-1850 dell’«Osservatore» diretto dall’Abate Battelli e dell’annata 1849 de «Il Costituzionale Romano», due giornali considerati i progenitori dell’attuale quotidiano vaticano.

 Questa porzione di un così vasto patrimonio documentale passa ora dagli scaffali dell’archivio a quelli virtuali del web, divenendo un bene a disposizione di tutti, consultabile liberamente e gratuitamente, senza vincoli di orari e di autorizzazioni, ma semplicemente “navigando” all’interno del sito www.osservatoreromano.va.

 Si tratta del compimento di un lungo, paziente e accurato percorso di lavoro al quale hanno partecipato con passione e grande professionalità il personale interno dell’archivio del giornale (Fabrizio Peloni, prima, e Valeria Pendenza, poi) e professionisti esterni, specializzati nei campi dell’acquisizione digitale di fondi storici e archivistici, della loro indicizzazione e fruizione in rete.

 Proposto già agli inizi del 2000 dai figli di Enrico Zuppi, che ne hanno poi sostenuto per intero i costi di realizzazione, il lavoro ha preso avvio con la verifica dello stato di conservazione degli originali cartacei e il recupero dei non pochi fogli mancanti o danneggiati. È iniziata poi l’opera di acquisizione digitale dei contenuti da parte della Bucap spa, un’azienda leader nella dematerializzazione di archivi e pubblicazioni di pregio che ha messo in campo le sue risorse migliori, a livello di strumentazioni tecnologiche e di personale con alle spalle decenni di esperienza.

 Considerato il valore della collezione sono state adottate tutte le cautele e le delicatezze necessarie per preservare le pagine originali senza rimuoverle dai volumi che in alcuni casi presentavano legature particolarmente fragili. A questo scopo sono stati utilizzati scanner “a planetario”, speciali apparecchiature progettate e costruite per il trattamento in sicurezza di beni librari ed archivistici, dotati dei necessari accorgimenti per evitare ogni tipo di stress fisico al materiale originale: ripresa dall’alto; piani basculanti che compensano lo spessore del volume mantenendo sempre planari le due pagine “aperte” ed evitando la curvatura al centro; piani “a V”,  necessari per la ripresa di materiale che non può essere aperto a 180 gradi; cristallo “pressa originali”, per “spianare” le pagine e ridurre le pieghe ; illuminazione con luci fredde senza emissione di raggi infrarossi e ultravioletti.

 Per raggiungere il livello qualitativo atteso, dagli originali cartacei sono state generate immagini “master” in alta risoluzione, dalle quali, mediante successivi processi informatici, sono state prodotte immagini con caratteristiche di formato, risoluzione e dimensione adeguate alla pubblicazione sul web e alla consultazione su rete locale.

 Ogni pagina e ogni fascicolo sono stati quindi indicizzati, ricostruendo i legami tra i singoli fogli e le uscite, le annate e le testate. Tutte le immagini sono state poi sottoposte ad un processo automatizzato di interpretazione “ocr” che ha restituito in formato testuale e con un accettabile livello di attendibilità il contenuto di tutti gli articoli.

Grazie all’infrastruttura messa a disposizione dal Dicastero per la comunicazione, la direzione tecnologica ha elaborato un progetto per importare la corposa mole di dati tramite la piattaforma di gestione contenuti. In collaborazione con Tau srl si è successivamente inserita l’attività di sviluppo di un complesso motore di ricerca le cui funzionalità sono in buona parte già fruibili nella prima versione dell’archivio online de «L’Osservatore della Domenica» che viene rilasciata proprio domani. Il  “motore” fornisce funzionalità in linea con le moderne modalità di estrazione delle informazioni: ricerca per “frase esatta”, che seleziona i documenti che contengono esattamente la frase ricercata (è la modalità più precisa, ma anche la più restrittiva); per “tutte le parole” (modalità più permissiva) o “almeno una parola”, che evidenzia tutti i documenti che contengono almeno una delle parole ricercate.

 I risultati delle ricerche vengono restituiti sotto forma di un elenco di elementi, ciascuno dei quali è corredato dalle indicazioni del titolo, del numero di edizione e della data di pubblicazione; da un link, che apre una nuova finestra del browser dove si può “sfogliare” l’intero numero della rivista in formato pdf; e da un’anteprima del testo nella quale sono evidenziate le parole inserite nel campo di ricerca. L’elenco può essere ordinato dall’utente in base alla rilevanza (grado di aderenza dei contenuti) oppure alla data di pubblicazione (prima i più recenti o i più remoti).

 L’interfaccia web di navigazione, corredata da un’utile “barra del tempo” attraverso la quale si possono selezionare le diverse annate, è stata progettata e realizzata dalla direzione tecnologica del Dicastero per la comunicazione che ha anche curato tutte le attività necessarie per la pubblicazione in rete.