· Città del Vaticano ·

Il Borgo Laudato si’ di Castel Gandolfo sarà inaugurato venerdì da Papa Leone XIV

Un progetto di inclusione
e di accoglienza
nato già grande

 Un progetto  di inclusione e di accoglienza nato già grande   QUO-202
03 settembre 2025

di Marco Bellizi

Un progetto nato grande: così si potrebbe definire il “Borgo Laudato si’” di Castel Gandolfo, che sarà inaugurato venerdì pomeriggio da Papa Leone XIV. Una realtà nata appunto già ambiziosa nei principi ispiratori e negli obiettivi, fra tutti quello di costituire un esempio virtuoso di economia circolare, un modello per gli Stati, le diocesi, le grandi aziende. Perché fare comunità, e farla bene, coniugando ricerca, formazione, lavoro, e vita quotidiana, si può.

Il Borgo Laudato si’ oggi conta su 55 ettari di territorio, in precedenza rientranti nella proprietà delle “Ville Pontificie”. Di questi, circa 30 a destinazione agricola, in un contesto, quello dell’antica villa romana di Domiziano, di incomparabile bellezza e vestigia di grande valore storico-archeologico (fra cui, oltre ai magnifici giardini all’italiana, un esemplare di criptoportico di epoca romana unico per la sua lunghezza, di circa 150 metri). Del resto in questa porzione di Castel Gandolfo si avverte a ogni passo il respiro della storia. Basti pensare al palazzo pontificio, dove durante la seconda guerra mondiale vennero ospitati alcuni dei 12000 sfollati che complessivamente vennero accolti dopo i bombardamenti del 1944. Nel letto dove ancora oggi dormono i pontefici che scelgono di passare qui il periodo di riposo estivo (in tutto 16 su 77 papi dal 1626 ad oggi) nacquero in quel periodo 36 bambini. L’ultimo rimasto in vita, Eugenio Pio, incontrerà venerdì Leone XIV.

In questa realtà, dunque, che sorge sospesa come un sogno fra il lago e il mare luccicante a valle, è sorto appunto un sistema integrato costituito, da una parte, dal Centro di alta formazione Laudato si’, il pilastro educativo del progetto, dall’altra dal sistema di produzione agricola, dove i principi di ecologia integrale vengono applicati fattivamente. Nel Borgo saranno formati a regime circa 2000 studenti l’anno, inviati da tutto il mondo con l’ausilio delle diverse diocesi. In parte gli studenti — fra loro anche una quota con disabilità — saranno impiegati nel ristorante, anch’esso in fase di realizzazione grazie alla partnership con una importante catena statunitense, altri torneranno nei loro paesi di origine per sfruttare lì il bagaglio di competenze acquisito. La parte pratica della formazione si svolgerà nei terreni del Borgo (in gran parte adibiti a vigne biologiche, con l’ausilio scientifico dell’università di Udine) e in parte nella grande e moderna serra alimentata con il fotovoltaico, in attesa che venga implementato anche un sistema di agrovoltaico, che unisce sullo stesso terreno coltivazioni e produzione di energia. Anche il sistema di irrigazione delle culture grazie al lavoro dell’ingegnere Antonino Errigo, segretario generale del Centro, risponde naturalmente ai più aggiornati requisiti di sostenibilità, per gravare il meno possibile sul vicino lago di Albano, e arriverà a produrre i 1200 metri cubi di acqua sui 1500 che costituiscono il fabbisogno della struttura. Tutte le strutture, e il Borgo, saranno visitabili: ci si aspetta che arrivino 250000 persone l’anno. Si pagherà un biglietto, ma chi è in difficoltà economiche potrà entrare gratuitamente. A disposizione dei visitatori ci sarà anche un emporio, dove si potranno acquistare i prodotti del luogo, dai formaggi ai vini, al gelato realizzato artigianalmente.

Nel Centro di alta formazione saranno accolti studenti di ogni età, dalla scuola primaria fino agli universitari e i laureati. Ma non solo, anche i ceo delle grandi aziende saranno ospitati per sessioni di formazione. Non a caso venerdì, in occasione della visita del Papa, è prevista una piccola delegazione di alti dirigenti, guidati da Paul Polman, ex ceo di Unilever e oggi uno dei più grandi esempi di leader imprenditorali impegnanti nel settore dell’economia sostenibile. Ma ad accogliere il Santo Padre ci saranno anche, e soprattutto, le famiglie dei dipendenti del Borgo, 39 al momento, molti dei quali giardinieri, e i tanti animali che allietano qua e là i campi. Da venerdì torneranno anche i cavalli, andalusi, donati in omaggio proprio a Papa Leone, che, come noto, usava in Perù per i suoi spostamenti proprio una piccola cavalcatura, semplice come sa essere la vita quando si riesce a ritrovarne l’autenticità.


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