
«Non possono esserci condanne senza finestre di speranza» per non rischiare di restare «imprigionati in una giustizia che non permette di rialzarsi facilmente», confondendo «la redenzione con la punizione». È andato «ai nostri fratelli e alle nostre sorelle carcerati» il pensiero di Papa Francesco all’udienza generale di stamane. «È giusto che chi ha sbagliato paghi per il proprio errore, ma è altrettanto giusto che chi ha sbagliato possa redimersi dal proprio errore», ha detto il Pontefice nell’Aula Paolo vi , rimarcando che «qualsiasi condanna ha sempre una finestra di speranza» ed esortando a pensare «alla tenerezza di Dio» nei confronti dei detenuti e a pregare affinché «trovino in quella finestra di speranza una via di uscita verso una vita migliore». A ispirare la riflessione del Papa ancora una volta san Giuseppe, cui è dedicato l’attuale ciclo di catechesi. Soffermandosi nella circostanza sulla sua figura di padre nella tenerezza, il Pontefice ha spiegato che quella del santo «è uno specchio della paternità di Dio».