Nella meditazione del Papa preparata per l’Angelus e pubblicata ieri con l’omelia
L’arte linguaggio universale che può far tacere

L’arte è un «linguaggio universale» e il suo “vocabolario” sono la bellezza e l’armonia che uniscono i popoli. Soprattutto, essa è in grado di «far tacere ogni grido di guerra». Così Papa Francesco nella meditazione preparata per l’Angelus domenicale di ieri. Ricoverato al Policlinico Gemelli, il Pontefice non ha potuto guidare, come di consueto, la preghiera mariana di mezzogiorno, ma ha voluto far pubblicare il testo preparato per l’occasione, a conclusione della messa per il Giubileo degli artisti e del mondo della cultura, svoltasi nella basilica Vaticana. Al contempo, dal vescovo di Roma è giunto l’invito a «continuare a pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan».
In precedenza, durante la celebrazione eucaristica in San Pietro, il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, aveva letto l’omelia del Pontefice, contenente l’esortazione agli artisti a «essere custodi della bellezza che sa chinarsi sulle ferite del mondo, che sa ascoltare il grido dei poveri, dei sofferenti, dei feriti, dei carcerati, dei perseguitati, dei rifugiati».
L'omelia preparata dal Papa e letta dal cardinale de Mendonça
La Notte Bianca in San Pietro
di Antonella Palermo
Il disegno verbale delle intuizioni
di Mário Rui de Oliveira