L’arte linguaggio universale che può far tacere

Continuare a pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan
Un «linguaggio universale che diffonde la bellezza e unisce i popoli, contribuendo a portare armonia nel mondo e a far tacere ogni grido di guerra»: così Papa Francesco ha definito l’arte — invitando «a continuare a pregare per la pace» nei Paesi teatro di conflitti — nella meditazione preparata per l’Angelus domenicale del 16 febbraio, che ha voluto far pubblicare a conclusione della Messa in occasione del Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, svoltasi nella basilica Vaticana. Salutando «gli artisti che hanno partecipato» il Pontefice ha aggiunto: «avrei voluto essere in mezzo a voi ma, come sapete, mi trovo qui al Policlinico Gemelli perché ho ancora bisogno di un po’ di cure». Quindi ha ringraziato «per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni», esprimendo particolare gratitudine a «medici e operatori sanitari» dell’ospedale in cui si trova da venerdì scorso. Ecco le sue parole.
Fratelli e sorelle, buona domenica!
Oggi in Vaticano è stata celebrata l’Eucaristia dedicata in particolare agli artisti venuti da varie parti del mondo per vivere le Giornate giubilari. Ringrazio il Dicastero per la Cultura e l’Educazione per la preparazione di questo appuntamento, che ci ricorda l’importanza dell’arte come linguaggio universale che diffonde la bellezza e unisce i popoli, contribuendo a portare armonia nel mondo e a far tacere ogni grido di guerra.
Desidero salutare tutti gli artisti che hanno partecipato: avrei voluto essere in mezzo a voi ma, come sapete, mi trovo qui al Policlinico Gemelli perché ho ancora bisogno di un po’ di cure per la mia bronchite.
Rivolgo il mio saluto a tutti i pellegrini presenti oggi a Roma, in particolare ai fedeli della Diocesi di Parma, che sono venuti in Pellegrinaggio diocesano, guidati dal loro Vescovo.
Invito tutti a continuare a pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan.
Vi ringrazio per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni, così come vorrei ringraziare i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per la loro premura: svolgono un lavoro prezioso e tanto faticoso, sosteniamoli con la preghiera!
E ora affidiamoci a Maria, la “Piena di grazia”, perché ci aiuti ad essere come Lei cantori e artefici della bellezza che salva il mondo.