· Città del Vaticano ·

Il testo dell’Angelus domenicale del Pontefice pubblicato al termine della celebrazione

L’arte linguaggio universale che può far tacere
ogni grido di guerra

 L’arte linguaggio universale  che può far tacere  ogni grido di guerra  QUO-039
17 febbraio 2025

Continuare a pregare per la pace nella martoriata Ucraina,  in Palestina in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan


Un «linguaggio universale che diffonde la bellezza e unisce i popoli, contribuendo a portare armonia nel mondo e a far tacere ogni grido di guerra»: così Papa Francesco ha definito l’arte — invitando «a continuare a pregare per la pace» nei Paesi teatro di conflitti — nella meditazione preparata per l’Angelus domenicale del 16 febbraio, che ha voluto far pubblicare a conclusione della Messa in occasione del Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, svoltasi nella basilica Vaticana. Salutando «gli artisti che hanno partecipato» il Pontefice ha aggiunto: «avrei voluto essere in mezzo a voi ma, come sapete, mi trovo qui al Policlinico Gemelli perché ho ancora bisogno di un po’ di cure». Quindi ha ringraziato «per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni», esprimendo particolare gratitudine a «medici e operatori sanitari» dell’ospedale in cui si trova da venerdì scorso. Ecco le sue parole.

Fratelli e sorelle, buona domenica!

Oggi in Vaticano è stata celebrata l’Eucaristia dedicata in particolare agli artisti venuti da varie parti del mondo per vivere le Giornate giubilari. Ringrazio il Dicastero per la Cultura e l’Educazione per la preparazione di questo appuntamento, che ci ricorda l’importanza dell’arte come linguaggio universale che diffonde la bellezza e unisce i popoli, contribuendo a portare armonia nel mondo e a far tacere ogni grido di guerra.

Desidero salutare tutti gli artisti che hanno partecipato: avrei voluto essere in mezzo a voi ma, come sapete, mi trovo qui al Policlinico Gemelli perché ho ancora bisogno di un po’ di cure per la mia bronchite.

Rivolgo il mio saluto a tutti i pellegrini presenti oggi a Roma, in particolare ai fedeli della Diocesi di Parma, che sono venuti in Pellegrinaggio diocesano, guidati dal loro Vescovo.

Invito tutti a continuare a pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan.

Vi ringrazio per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni, così come vorrei ringraziare i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per la loro premura: svolgono un lavoro prezioso e tanto faticoso, sosteniamoli con la preghiera!

E ora affidiamoci a Maria, la “Piena di grazia”, perché ci aiuti ad essere come Lei cantori e artefici della bellezza che salva il mondo.