
«I bambini ci guardano»: lo ha detto ieri pomeriggio Papa Francesco, a conclusione del Summit mondiale sui diritti dei minori dal titolo “Amiamoli e proteggiamoli”, annunciando di voler preparare un documento sul tema dell’infanzia.
«I bambini ci guardano», ma vanno anche guardati ed osservati per comprendere e agire di conseguenza. Non a caso, esprimendo apprezzamento per i lavori dell’incontro svoltosi in Vaticano, il Pontefice lo ha definito «un “osservatorio” aperto sulla realtà dell’infanzia nel mondo intero, un’infanzia che purtroppo è spesso ferita, sfruttata, negata». E davanti a un contesto così drammatico — lo afferma con chiarezza la Dichiarazione finale del vertice — è responsabilità di tutti fare qualcosa, perché «l’indifferenza non può diventare la norma» ed è «fondamentale resistere all’assuefazione verso le ingiustizie subite dai minori e contrastare l’insensibilità generata da alcune dinamiche mediatiche».
Forse allora, a quell’apostolato “dell’orecchio” caro a Papa Francesco e che si concretizza nell’ascolto come forma di carità, bisognerebbe aggiungerne uno “dell’occhio” che non consenta a nessuno di voltarsi dall’altra parte, ma spinga tutti ad impegnarsi, affinché i più piccoli siano davvero considerati «non come numeri, ma come volti».
I panel su salute e famiglia
di Antonella Palermo
Gli interventi nella sessione del pomeriggio
di Edoardo Giribaldi e Isabella H. de Carvalho