· Città del Vaticano ·

Il Papa al G20 di Rio de Janeiro

Commette omicidio
chi per avidità
causa fame e morte

 Commette omicidio  chi per avidità  causa fame e morte  QUO-262
19 novembre 2024

Chi per avidità causa «la fame e la morte» di esseri umani sta «indirettamente commettendo un omicidio». Cita il “Catechismo della Chiesa cattolica” Papa Francesco nel messaggio inviato ai grandi della Terra riuniti a Rio de Janeiro per il G20 a guida brasiliana. Rivolgendosi al presidente Lula nel documento — che è stato letto ieri dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, presente ai lavori nella città carioca — il Pontefice denuncia come «un’offesa grave» e «una scandalosa ingiustizia l’accettazione silenziosa della carestia da parte della società umana», ricordando che «il problema della fame non è soltanto una questione di cibo insufficiente; piuttosto, è una conseguenza di ingiustizie sociali ed economiche più ampie».

Incidono in particolare, spiega il vescovo di Roma, i «conflitti armati ai quali assistiamo attualmente» che «continuano a esercitare una notevole pressione sulle economie nazionali, specialmente a causa della quantità esorbitante di denaro speso per armi ed armamenti». Da qui il rilancio della proposta «di reindirizzare i fondi attualmente stanziati per spese militari verso un fondo globale costituito per affrontare la fame e promuovere lo sviluppo nei Paesi più poveri». Con l’assicurazione conclusiva che la Santa Sede «continuerà a promuovere la dignità umana e a dare il suo specifico contributo specifico al bene comune, offrendo l’esperienza e l’impegno delle istituzioni cattoliche in tutto il mondo».

Il messaggio

La sintesi dell'intervento del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin

«Senza lasciare indietro nessuno»