· Città del Vaticano ·

All’udienza generale il nuovo appello di Francesco

Pace per le popolazioni che soffrono l’orrore della guerra

 Pace  per le popolazioni  che soffrono  l’orrore della guerra  QUO-055
06 marzo 2024

«Ancora una volta, fratelli e sorelle, rinnovo il mio invito a pregare per le popolazioni che soffrono l’orrore della guerra in Ucraina e in Terra Santa, come pure in altre parti del mondo». Lo ha chiesto di nuovo Papa Francesco stamane, mercoledì 6 marzo, esortando i fedeli presenti all’udienza generale in piazza San Pietro e quanti lo seguivano attraverso i media a pregare «per la pace», a invocare dal «Signore il dono della pace». Il Pontefice lo ha fatto prendendo la parola per salutare i fedeli di lingua italiana al termine della catechesi che, come i saluti agli altri gruppi linguistici, era stata letta da un suo collaboratore.

Dedicata al tema della superbia, essa ha rappresentato il giro di boa dell’attuale ciclo di riflessioni: si è trattato infatti dell’approfondimento dell’ultimo dei vizi — che è «autoesaltazione, presunzione, vanità» — prima della parte dedicata alle virtù. Del resto, «di tutti i vizi, la superbia è gran regina»; e non a caso, «nella Divina Commedia, Dante la colloca nella prima cornice del purgatorio» perché «chi cede a questo vizio è lontano da Dio, e l’emendazione di questo male richiede tempo e fatica».

In proposito Francesco ha anche offerto una sorta di identikit che permette di riconoscere il superbo: «È un male con un evidente aspetto fisico» ha spiegato, e chi ne è affetto «è altero, ha una “dura cervice”, cioè, ha un collo rigido, che non si piega. È un uomo facile al giudizio sprezzante: per un niente emette sentenze irrevocabili nei confronti degli altri, che gli paiono irrimediabilmente inetti e incapaci».

La catechesi 

I saluti

La cronaca