· Città del Vaticano ·

Guerre dappertutto.
Ci vuole la pace!

 Guerre dappertutto. Ci vuole la pace!  QUO-031
07 febbraio 2024

«Non dimentichiamo» i conflitti nel mondo, «non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, i Rohingya, tante, tante guerre che sono dappertutto». Sgorga ancora dal cuore, con un appello improvvisato a braccio, l’auspicio di pace di Papa Francesco. All’udienza generale di stamane, mercoledì 7 febbraio, il Pontefice torna a chiedere preghiere per questa intenzione ai fedeli presenti nell’Aula Paolo vi e a quanti lo seguono attraverso i media: «La guerra sempre è una sconfitta, sempre» ribadisce; per poi esortare: «preghiamo per la pace. Ci vuole la pace».

La catechesi che precede l’appello di pace è ancora dedicata ai vizi e alle virtù: alla tristezza, stavolta. «Un vizio piuttosto brutto», la definisce riferendosi all’«afflizione costante che impedisce all’uomo di provare gioia»; sebbene occorra fare «un’importante distinzione. Vi è infatti — spiega una tristezza che conviene alla vita cristiana e che si muta in gioia», la quale «ovviamente, non va respinta e fa parte del cammino di conversione»; ma ve n’è anche una seconda figura «che si insinua nell’anima e che la prostra in uno stato di abbattimento»: la quale deve essere combattuta «risolutamente e con tutta forza, perché viene dal Maligno». Ecco allora che ci si trova di fronte, chiarisce il vescovo di Roma, a «una malattia dell’anima», a «un demone subdolo» che «i padri del deserto descrivevano come un verme del cuore, che erode e svuota chi l’ha ospitato», portando «al pessimismo, a un egoismo che difficilmente guarisce». Tuttavia, conclude Francesco, «per quanto la vita possa essere piena di contraddizioni, desideri sconfitti, sogni irrealizzati, di amicizie perdute» grazie a Gesù il cristiano può credere che Egli «è risorto anche per riscattare tutte le felicità che sono rimaste incompiute».

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