· Città del Vaticano ·

Il diavolo

L’attualità di Berlicche

 L’attualità  di Berlicche  QUO-273
29 novembre 2022

«Gli uomini vivono nel tempo, ma il Nemico li ha destinati all’eterno. Perciò mi pare che Lui li voglia attenti principalmente a due cose: l’eternità e quel lasso di tempo che essi chiamano presente. Infatti il presente è il punto in cui il tempo incontra l’eternità. Solo e soltanto nel presente la libertà e l’attualità vengono offerte loro. Quindi il Nemico li vorrebbe sempre concentrati sull’eterno (cioè su di Lui) o sul presente (a meditare sull’unione o separazione eterna da Lui, a obbedire alla voce della coscienza, a portare le croci del momento, ad accogliere la grazia presente, a mostrarsi grati del bene presente)».

Può destabilizzarci sentire una cosa così vera dalla bocca di uno che chiama Dio il Nemico. Ma in realtà non appena ci rendiamo conto che è il ragionamento di una diavolo, capiamo subito come la sua disarmante sincerità è messa a nudo alla stessa maniera di come il Vangelo ci presenta i demoni, irresistibilmente incapaci di trattenere i titoli di fede più belli su Gesù.

Ciò che differenzia la loro forzata professione di fede è l’intenzione con cui essi la pronunciano: affermano che Gesù è «il Santo di Dio» (Mc 1, 24) solo perché non vogliono averci nulla a che fare. Genialmente lo scrittore inglese Lewis ha fondato il pensiero di fondo di uno dei più riusciti e famosi suoi libri proprio su questa apparente contraddizione: dire la verità ma solo per difendersene. Stiamo parlando di Lettere di Berlicche, straordinario testo del 1942 che l’editore Mondadori ha ripubblicato nel 2022 in una nuova traduzione a cura di Annalisa Teggi e con una prefazione di Andrea Monda (C.S. Lewis, Lettere di Berlicche, trad. Annalisa Teggi, Mondadori, Milano 2022, euro 13).

Se dopo molti decenni questo testo continua a rimanere attuale forse dovremmo rintracciarne il segreto proprio nell’attualità delle questioni che tocca. Il mondo interiore di ogni uomo e ogni donna si somigliano sempre in ogni latitudine della terra e in ogni epoca storica. Lewis scrive sempre all’uomo attuale, perché nel nostro cuore ci sono questioni eterne che continuano a muoversi dentro. Forse ciò che forse è cambiato è l’uso delle lettere.

Gli epistolari sono stati sempre degli scrigni preziosi in cui gli autori delle lettere erano costretti a fare ordine rispetto a ciò che si portavano nel cuore e nella testa.

Infatti quando una lettera è sincera si manifesta sempre come una mappa che conduce lontano.

Viviamo in un epoca che non sa più scrivere lettere, e le nostre mail molto spesso sono troppo spesso solo scambio di informazioni.

Eppure l’interiorità quando non trova un alfabeto per esprimersi diventa quasi sempre angoscia. Per parafrasare Lewis dovremmo dire che il diavolo non vorrebbe mai che trovassimo le parole giuste per dire ciò che stiamo vivendo. Ma è proprio questo libro una grande educazione.

Andrea Monda nella sua prefazione scrive: «È veramente arduo definire quest’opera che, per certi versi, si può inserire nella letteratura fantastica, ma a una più attenta riflessione appare come un particolarissimo e originalissimo esempio di apologia. Le Lettere di Berlicche, oltre che un libro divertente e intelligentissimo, è anche, di fatto, un catechismo rovesciato in cui il punto di vista è quello infernale».

In un mondo come il nostro che sembra aver abbracciato una visuale piuttosto infernale della realtà (il termine esatto è mondana), ci fa bene vedere davvero dove certe prospettive e certi ragionamenti conducono. In pratica è sempre un bene non dialogare con il demonio, ma fa bene sapere come ragiona.

di Luigi Maria Epicoco


Leggi anche:

Uscire dalle ombre
di Paolo Pegoraro

Il diavolo e il piacere non vanno poi  così d’accordo
di Clive Staples Lewis

Dostoevskij demonologo 
di Guido Sommavilla

 I «santi al contrario» di Georges Bernanos
di Silvia Guidi