· Città del Vaticano ·

La lezione di Romano Guardini e la misteriosa lotta notturna tra Giacobbe e l’angelo

Per uno stile profetico della Chiesa

Pier Francesco Mazzucchelli (il Morazzone), «Lotta di Giacobbe con l’angelo» (1610 circa)
15 luglio 2020

Nel celebre saggio Sul sacro Rudolph Otto cita un brano del Sermone su Genesi di Frederick W. Robertson che si concentra sull’episodio biblico dell’incontro-scontro notturno tra Giacobbe e “un tale” (un angelo? Dio stesso?) e afferma: «Quella notte, nel messo di quella strana scena, Dio impresse nell’anima di Giacobbe uno sgomento religioso, destinato da allora in poi a svilupparsi […] Giacobbe colse l’Infinito, quell’Infinito che è tanto più genuinamente sentito, quanto meno nominato». È una notte di cui si parla, una notte contrassegnata dalla polarizzazione ombra/luce, che comincia nella tenebra della solitudine (“Giacobbe restò solo...”) ma termina luminosamente (“E il sole si alzò...”). Questa notte misteriosa, piena di segni, enigmi e di presenza umana e divina, è una notte che ha generato nell’ambito della filosofia e dell’arte in modo inesauribile e ancora oggi non cessa di generare sia pensiero che bellezza.

Il libro che presentiamo La lotta di Giacobbe, paradigma della creazione artistica, curato da Yvonne Dohna Schlobitten e Albert Gerhards, ne è una chiara e forte conferma già nell’approccio, come spiega la Dohna nell’introduzione: «L’intento di questo volume non è quello di approfondire il contributo di Guardini, ma di ispirarsi a esso per indicare la via per creare e vivere esperienze formative secondo il suo stile nel nostro mondo contemporaneo. Il progetto propone una nuova educazione alla contemporaneità attraverso un dialogo creativo per una Chiesa in uscita». Quello che gli autori, traendo spunto dalla lettura guardiniana dell’episodio biblico (un episodio che contiene l’esperienza dell’attraversamento, della trasformazione e del cambiamento) chiedono alla Chiesa è di vivere uno stile profetico, anche nei confronti del mondo dell’arte.

È forte l’eco della predicazione di Bergoglio a cui il volume è dedicato, alla luce anche del debito contratto, e sempre riconosciuto, dal gesuita argentino nei confronti del teologo italo-tedesco. Illuminante in tal senso il testo ispiratore del saggio, che riportiamo integralmente, in cui Guardini da una parte osserva il fatto decisivo che Giacobbe alla fine vince nella sua lotta con l’angelo e dall’altra riflette sul tema della libertà, drammatico dono di Dio agli uomini chiamati ad «accogliere Dio come “benedizione” e nella forma del “nome” attraverso la lotta. Dio si oppone a noi in tutto. […] La sua forza viene verso di noi; ma ha la forma dell’amore, poiché viene per essere superata», per cui Dio «non si eleva davanti a noi come un muro contro cui si schianta tutta la forza; non colpisce come una violenza che predomina e distrugge. Piuttosto viene nella figura dell’amore, che desidera essere vinto, affinché si possa concedere. Può concedersi solo se viene vinto, così dà la forza e la richiama... Com’è misterioso che una creatura debba essere “forte” davanti a Dio». Si sente lo stesso timbro del Guardini autore de L’opposizione polare, un testo che tanto impatto ha avuto sul pensiero di Bergoglio. Alla luce di questo aspetto, il saggio di Dohna e Gerhards si rivela non solo un audace saggio di filosofia estetica ma anche una raffinata introduzione al pensiero e alla predicazione di Papa Francesco colti nel momento presente della “lotta”, strenua ma vitale, con la contemporaneità.

di Andrea Monda


La lotta di Giacobbe
di Romano Guardini

Emozione estetica
di Nuno da Silva Gonçalves

Dalla parte di Esaù
di Gianfranco Ravasi

Identità tra patriarca e angelo
di Jean-Pierre Sonnet