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La Giornata internazionale per le vittime di atti di violenza basati sulla religione

Dall’Africa all’Asia in aumento gli attacchi contro i cristiani

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22 agosto 2025

di Valerio Palombaro

Le violenze e le persecuzioni contro le comunità cristiane nel mondo sono in preoccupante aumento. Questa tendenza, certificata per l’anno 2024 dal rapporto della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, non ha purtroppo registrato un’inversione di rotta nell’anno in corso e riemerge con pressante attualità nell’odierna Giornata che l’Onu dedica alle vittime degli atti di violenza basati sulla religione o sul credo. Dalla Nigeria, dove è sempre alto il clima di insicurezza e proseguono i rapimenti di religiosi da parte dei gruppi terroristici, passando per le persecuzioni dei regimi autoritari fino ad arrivare alle diffuse violenze subite dalle comunità cristiane dell’Asia. Solo pochi giorni fa i vescovi dell’India hanno denunciato un’escalation di violenza contro i cristiani nella regione orientale dell’Odisha mentre in Africa, dove la “piaga” delle persecuzioni religiose vede particolarmente colpite le comunità del Sahel e della parte occidentale del continente, i fatti di sangue delle ultime settimane nell’est della Repubblica Democratica del Congo attestano come i cristiani siano vittime innocenti delle violenze anche al di fuori dei contesti di più aperta persecuzione.

Le violenze, come indicano i dati dell’Onu, vedono peraltro esposte tutte le comunità minoritarie non solo quelle cristiane. Continui atti di intolleranza e violenza basati sulla religione o sul credo si verificano contro individui, compresi coloro che appartengono a comunità e minoranze religiose in tutto il mondo, e il numero e l’intensità di tali episodi, spesso di natura criminale, sono in aumento. E proclamando il 22 agosto Giornata internazionale in commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha ricordato che gli Stati hanno la responsabilità primaria di promuovere e proteggere i diritti umani, compresi quelli delle persone appartenenti a minoranze religiose, tra cui il loro diritto di esercitare liberamente la propria religione o il proprio credo.

«Se la libertà religiosa è negata per un gruppo, prima o poi sarà negata anche per gli altri», ammonisce Marta Petrosillo, che per la Fondazione pontificia Acs dirige la redazione del rapporto biennale sulla libertà religiosa nel mondo. In un’intervista pubblicata sul portale online della sezione internazionale di Acs, Petrosillo anticipa alcuni dei dati del prossimo rapporto della Fondazione pontificia che sarà pubblicato il 21 ottobre. «Uno dei continenti in cui la situazione è realmente peggiorata è l’Africa», denota Petrosillo menzionando i recenti attacchi ai cristiani della Repubblica Democratica del Congo per confermare che l’estremismo religioso è in aumento in tutto il continente. «C’è anche il caso del Burkina Faso, che dieci anni fa non era tra i Paesi di maggiore preoccupazione, ma oggi sfortunatamente è uno dei posti al mondo dove si verificano più attacchi jihadisti». La rappresentante di Acs riferisce poi di un peggioramento della situazione del nazionalismo etno-religioso in Asia, mentre il Medio Oriente rimane un’area di significativa instabilità e si riscontrano sempre maggiori violazioni della libertà religiosa in America Latina.

Anche l’associazione Open Doors, nel suo ultimo rapporto, certifica un aumento da 365 a 380 milioni nel numero dei cristiani perseguitati e discriminati nel mondo. Se la Corea del Nord rimane stabile al primo posto, la Nigeria si conferma epicentro dei massacri nel continente africano nel 2024 ma parallelamente ad un aumento delle violenze nei Paesi vicini dell’Africa occidentale. Nelle prime 5 posizioni della classifica di Open Doors figurano la Somalia, lo Yemen, la Libia e il Sudan. Riguardo l’Asia, infine, nel 2024 c’è stato un peggioramento della situazione in Myanmar nel 2024 con la guerra civile che ha aumentato i livelli di violenza. Il Pakistan rimane una delle nazioni al mondo dove più si manifesta la violenza anticristiana, in particolare riguardo le accuse di presunta blasfemia, mentre anche in India viene riscontrato un declino delle libertà fondamentali della minoranza cristiana.


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