Lo Spirito apre le frontiere

Lo Spirito Santo che apre le frontiere tra i popoli e abbatte i muri dell’indifferenza e dell’odio: è l’immagine scelta da Leone XIV per sintetizzare il significato della solennità di Pentecoste nella messa presieduta in piazza San Pietro ieri mattina, domenica 8 giugno, giornata conclusiva del Giubileo dei movimenti, delle associazioni e delle nuove comunità ecclesiali.
Cinquanta giorni dopo la Pasqua e trenta dopo la sua elezione al pontificato, alla presenza di ottantamila fedeli giunti dai cinque continenti, il Papa ha anche denunciato «la logica dell’esclusione» che emerge nei nazionalismi e la volontà di dominio dell’altro che sfocia nel «femminicidio». Infine, l’invito alla Chiesa a diventare «uno spazio accogliente e ospitale verso tutti». Da ultimo nella meditazione con cui ha introdotto il «Regina caeli» al termine della celebrazione, il Pontefice ha invocato «il dono della pace in famiglia, nella società, nelle relazioni internazionali. Lo Spirito di Cristo risorto apra vie di riconciliazione dovunque c’è guerra; illumini i governanti e dia loro il coraggio di compiere gesti di distensione e di dialogo». La sera prima, sempre in piazza San Pietro, Leone XIV aveva presieduto la veglia di Pentecoste con i laici partecipanti al Giubileo delle aggregazioni ecclesiali.