
Oltre quarantamila fedeli e pellegrini di tutto il mondo hanno partecipato oggi, mercoledì 21 maggio, in piazza San Pietro alla prima udienza generale di Leone XIV. Nel giorno in cui ricorre il trigesimo della morte di Papa Bergoglio, il Pontefice ha fatto memoria del predecessore: «Non possiamo concludere questo nostro incontro senza ricordare con tanta gratitudine l’amato Papa Francesco, che proprio un mese fa è tornato alla casa del Padre», ha detto. Poco prima, salutando i gruppi presenti, aveva lanciato un accorato appello per Gaza: «È sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia», ha spiegato, esortando «a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate». E sottolineando che maggio è «mese mariano» aveva anche ribadito l’invito della Vergine di Fátima: «pregate il rosario ogni giorno per la pace».
L’udienza si era aperta con un lungo in giro in papamobile tra la folla festante e con la tradizionale catechesi: e riprendendo il ciclo di riflessioni giubilari sul tema «Cristo nostra speranza» iniziate proprio da Francesco, Leone XIV ha continuato a meditare sulle parabole di Gesù, soffermandosi nella circostanza su quella del Seminatore. Essa, ha detto, esprime «la dinamica della parola di Dio e degli effetti che essa produce», perché «ogni parola del Vangelo è come un seme che viene gettato nel terreno della nostra vita». Di qui, la sottolineatura del fatto che il Signore «è la Parola, è il Seme», «disposto a morire per trasformare la nostra vita». Dio «ci ama così», ha concluso il vescovo di Roma, «si fida di noi» e del desiderio dell’uomo di «essere un terreno migliore».
Leggi anche: