
«Papa Francesco ci ha insegnato a raccogliere il grido di una umanità travolta dall’odio», ma anche «ad operare per alleviare concretamente il dolore che suscita questo grido, a qualsiasi latitudine e negli infiniti modi con cui il male ci indebolisce e ci distrugge». Lo ha ricordato il cardinale Claudio Gugerotti, già prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, presiedendo nel pomeriggio di ieri, 2 maggio, la messa nel settimo giorno dei Novendiali.
Alla celebrazione, svoltasi all’altare della Confessione della basilica Vaticana, sono state invitate in particolare le Chiese orientali. Hanno concelebrato anche i porporati presenti a Roma per le Congregazioni generali in vista del conclave.
«Papa Francesco — ha sottolineato ancora il cardinale Gugerotti — ci ha insegnato ad amare la diversità e la ricchezza dell’espressione di tutto ciò che è umano». Di qui, l’invito ad impegnarsi per «accogliere e aiutare» coloro che sono «costretti a lasciare le loro antiche terre, che furono Terra Santa, per salvare la vita e vedere un mondo migliore», con una rinnovata esortazione a «conservare la specificità del loro apporto cristiano, che è parte integrante» della Chiesa cattolica.
Alle 17 di oggi, ottavo Novendiale, sempre in San Pietro, il cardinale Ángel Fernández Artime presiede la messa alla quale sono invitati in particolare i membri degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica.