
di Daniele Mencarelli
E adesso Padre Francesco? Papa Fratello?
Adesso che la cenere torna a prendere voce
e la Storia ricapitombola all’indietro
e nuovi faraoni sfidano puntando le stelle,
e adesso che le parole tornano a tagliare
i corpi come le terre in confini di grafite
e i mari in cimiteri senza nomi
da pregare,
e adesso Padre Francesco? Papa Fratello?
Quanti ne restano a vegliare le creature
per la sola grazia di amarle?
Ho paura per i miei figli.
Ho paura per tutti i figli.
Non ho Cristo fra i miei amici,
il tuo era il gregge dei volenterosi
di chi si amputa l’arma del giudizio
e accoglie e condivide e sorride,
perché il bene che si concede
è il pane dello spirito.
Padre Francesco, Papa Fratello,
l’ho già detto, ma è rigurgito d’animale.
Ho paura per i miei figli.
Ho paura per tutti i figli.
L’orizzonte muove ombre
affamate di profitto, di dominio
oltre ogni ragionevole,
e sperare, oggi, sperare,
è come ciglia di neonato
da osservare nel palmo della mano.
Sei nei cieli ora?
Ci guardi ancora?
Piangi per quello che siamo e non siamo?
Continui ad amarci, tenero uomo
di altri mondi, per come ci hai insegnato?