Violazione gravissima

Una «terribile piaga sociale» che «miete milioni di vittime», soprattutto donne e bambini, e «trova sempre nuovi modi per insinuarsi nelle nostre società»; un «dramma» che non può lasciare indifferenti; una «forma di criminalità che guadagna sulla pelle delle persone più vulnerabili» e, soprattutto, «una violazione gravissima dei diritti umani fondamentali». Senza mezzi termini Papa Francesco torna a denunciare la tratta di esseri umani alla vigilia dell’xi Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro il turpe fenomeno. Lo fa attraverso due interventi: nel discorso ai membri della rete “Talitha Kum”, ricevuti in udienza stamane, 7 febbraio, a Casa Santa Marta, e in un messaggio diffuso in tarda mattinata, in concomitanza con diverse iniziative aventi l’hashtag #PrayAgainstTrafficking, come il Pellegrinaggio online attraverso i cinque continenti in diretta streaming in altrettante lingue.
Particolarmente forti i contenuti del testo nel corso dell’udienza che — come comunicato ai giornalisti ieri pomeriggio dalla Sala stampa della Santa Sede «a causa di una bronchite da cui è affetto in questi giorni» il Pontefice «e al fine di continuare la sua attività» —, si è svolta a Casa Santa Marta. Così come era accaduto ieri, giovedì 6, e come avverrà domani, sabato 8.
Rivolgendosi alla rete internazionale della vita consacrata “Talitha Kum” durante l’incontro in Vaticano, il vescovo di Roma esorta a «unire le forze» e «le voci» e a «richiamare tutti alle proprie responsabilità». Perché, spiega, «il commercio dei corpi, lo sfruttamento sessuale, anche di bambini e bambine, il lavoro forzato sono una vergogna».
Nel messaggio scritto, il Papa si rivolge invece in particolare ai «giovani che in tutto il mondo lottano contro la tratta», i quali «ci dicono che bisogna diventare ambasciatori di speranza» — chiarisce con un evidente riferimento al tema generale del Giubileo in corso —, ponendosi «a fianco delle vittime e dei sopravvissuti».
Il discorso alla Rete "Talitha Kum"