Sperare significa

La speranza è questione di sguardi: quelli che dal «buio del passato» e dal vuoto del dolore si volgono vero il Risorto, verso la vita. Lo ha sottolineato stamane Papa Francesco, nella seconda udienza giubilare dell’Anno Santo della speranza, svoltasi in due momenti distinti: dapprima nell’Aula Paolo vi, dove il Pontefice ha pronunciato la catechesi e rivolto parole di saluto, poi nella basilica Vaticana.
Nella sua riflessione, il vescovo di Roma ha approfondito il tema «Sperare è voltarsi. Maria Maddalena»: da lei, infatti, «apostola degli apostoli», da lei che non guarda al «vuoto di un sepolcro», ma si volge verso Dio, si impara la speranza «che mai delude» e si entra nel «mondo nuovo convertendosi».
Dal Pontefice è giunto anche il monito contro «un io troppo sicuro, troppo orgoglioso» che impedisce di «riconoscere Gesù Risorto» tra «le persone comuni» che finiscono facilmente emarginate.
Al termine dell’udienza, nei saluti ai fedeli presenti e a quanti erano collegati attraverso i media, il Pontefice ha esortato ciascuno a ravvivare «la volontà di approfondire la vita di fede e di essere sempre testimoni di speranza e operatori di pace».
Un pensiero, infine, Francesco lo ha rivolto ai pellegrini della diocesi di Caserta, accompagnati dall’ordinario locale, monsignor Pietro Lagnese: insieme a loro, ha ricordato la visita alla città campana, compiuta nel 2014, salutando con affetto anche il pastore evangelico Giovanni Traettino.