
Annunciata la tregua a Gaza ma il governo di Israele
rinvia l’approvazione dell’accordo
Uno spiraglio di speranza che si apre dopo quasi un anno e mezzo di incessanti sofferenze. Quelle degli israeliani ancora scossi dal brutale attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 e dalla “ferita” degli ostaggi; e quelle dei palestinesi, che piangono oltre 46.500 morti in una situazione di precarietà e devastazione imperante in tutta la Striscia di Gaza. L’annuncio dell’accordo su una tregua a Gaza, dato ieri dai mediatori qatarioti al termine di giorni di delicate trattative diplomatiche a Doha, è un traguardo importante che verrà misurato nei prossimi giorni sulla sua effettiva attuazione. La tregua, che ancora deve essere approvata ufficialmente dal governo israeliano, dovrebbe scattare domenica 19 gennaio con una “prima fase” di 42 giorni durante la quale dovranno essere liberati 33 ostaggi israeliani e circa mille detenuti palestinesi. Successivamente gli altri punti cruciali dell’intesa: come il ritiro delle forze israeliane e l’apertura del valico di Rafah per l’assistenza umanitaria. Le agenzie umanitarie hanno già espresso soddisfazione per l’intesa, che offre un sospiro di sollievo alla martoriata popolazione palestinese della Striscia. «La guerra ha imposto un tributo orribile ai bambini di Gaza: ha provocato almeno 14.500 morti, altre migliaia di feriti, circa 17.000 non accompagnati o separati dai loro genitori e quasi 1 milione sfollati dalle loro case», ha dichiarato Unicef in una nota, nella quale sottolinea che «il cessate-il-fuoco deve finalmente dare agli attori umanitari l’opportunità di attuare in sicurezza la massiccia risposta all'interno della Striscia di Gaza, di cui c’è un disperato bisogno».
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