· Città del Vaticano ·

Nella festa di santo Stefano primo martire l’avvio dell’Anno Santo con i detenuti nel carcere romano di Rebibbia

La cattedrale del dolore
e della speranza

 La cattedrale del dolore e della speranza  QUO-292
27 dicembre 2024

All’Angelus il ricordo dei cristiani perseguitati nel mondo 


«Stamattina ho aperto una Porta Santa, dopo quella di San Pietro, nel carcere romano di Rebibbia. È stata come, per così dire, “la cattedrale del dolore e della speranza”». All’Angelus del 26 dicembre, festa liturgica di santo Stefano, il Papa ha riassunto il senso più autentico del gesto compiuto poche ore prima nella casa circondariale.

È infatti nella chiesa del penitenziario che il Pontefice ha varcato la seconda soglia giubilare in questo Anno Santo appena iniziato. Lo ha fatto portando idealmente con sé tutti i detenuti e lasciando loro una consegna: «Spalancate le porte del cuore. Ognuno sa come farlo. Ognuno sa dove la porta è chiusa o semichiusa», ha detto all’omelia della messa celebrata subito dopo il rito di apertura della Porta Santa. «Anche nelle situazioni più difficili... non perdere la speranza» ha raccomandato Francesco, che ha concluso augurando «un grande Giubileo» a chi vive l’esperienza della reclusione.

L'omelia dsel Pontefice

L'Angelus

Il penitenziario divenuto per un giorno basilica
di Salvatore Cernuzio