La preghiera per la «martoriata Ucraina», la Palestina, Israele e il Myanmar
C’è il «delicato momento della storia» che sta attraversando la Siria al cuore dell’appello odierno di Papa Francesco al termine dell’udienza generale in Aula Paolo vi . Ai fedeli presenti e a quanti lo seguivano attraverso i media, il Pontefice ha chiesto preghiere per il Paese afflitto da «tanti anni di guerra», affinché si raggiunga «una soluzione politica» e la popolazione possa vivere in pace, sicurezza, amicizia e rispetto tra le religioni.
Una «via di uscita» il vescovo di Roma l’ha auspicata anche per «la martoriata Ucraina», levando ancora una volta la voce per il Paese dilaniato da quasi tre anni di conflitto. «Che torni la pace, che ci sia pace!» è stata la sua invocazione, con l’invito alla preghiera anche per la Palestina, Israele e il Myanmar.
Poco prima Francesco aveva concluso il ciclo di catechesi dedicato al tema «Lo Spirito e la Sposa», soffermandosi sulla virtù teologale della speranza. «Speranza non è una parola vuota», ha detto, bensì «una certezza, perché è fondata sulla fedeltà di Dio alle sue promesse». Di qui, l’esortazione affinché i cristiani non si accontentino di «avere speranza», ma la irradino e la seminino, perché essa è «il dono più bello che la Chiesa può fare all’umanità, soprattutto nei momenti in cui tutto sembra spingere ad ammainare le vele».