Bambini e famiglie

«Cosa c’entrano nella guerra i bambini? Le famiglie?». È un interrogativo drammatico quello posto da Papa Francesco all’udienza generale odierna in piazza San Pietro, davanti alla constatazione che proprio queste categorie nei conflitti finiscono con l’esserne «le prime vittime».
Preoccupa il Pontefice lo scenario internazionale all’interno del quale «la guerra cresce». E da tali amare considerazioni scaturisce un rinnovato e accorato appello a pregare per la pace «dono dello Spirito Santo», al contrario della guerra, la quale rappresenta «sempre, sempre sempre una sconfitta». Ancora una volta, poi, il Vescovo di Roma esorta a non dimenticare i «Paesi che soffrono tanto», tra cui «la martoriata Ucraina», la Palestina, Israele, il Myanmar, il Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo.
Nella catechesi, invece, il Pontefice prosegue il ciclo di riflessioni dedicate al tema «Lo Spirito e la Sposa», soffermandosi in particolare sul sacramento della confermazione. L’auspicio del Vescovo di Roma è che la cresima non si riduca al “sacramento dell’addio”, della “dipartita” dalla Chiesa, ma al contrario rappresenti «l’inizio di una partecipazione attiva alla sua vita». E a tal fine suggerisce di ricorrere all’aiuto di fedeli laici che «hanno avuto un incontro personale con Cristo e hanno fatto una vera esperienza dello Spirito».
In vista dell’imminente Giubileo, infine, il Papa indica ai fedeli «un bel traguardo» da raggiungere: diventare “tedofori” della fiamma del Paraclito, rimuovendo «la cenere dell’abitudine e del disimpegno».