Il dialogo si fonda

E rimarca che c’è un solo Dio e che le religioni sono «lingue, cammini» per arrivare a Lui
L’importanza del dialogo tra persone di differenti fedi e il coraggio che devono avere soprattutto le nuove generazioni nel portarlo avanti all’interno di società sempre più complesse, come quella di Singapore. È stato questo il filo conduttore dell’ultimo discorso del 45° viaggio internazionale di Papa Francesco — il più lungo del pontificato — conclusosi oggi.
Il vescovo di Roma ha riservato l’appuntamento finale a giovani rappresentanti delle principali religioni della nazione asiatica a maggioranza buddhista. E ascoltando le testimonianze di tre di essi — un indu, una sikh e una cattolica — presso il Catholic Junior College, ha preso spunto dalle loro parole per improvvisare a braccio una riflessione sul tema. «Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio» ha spiegato; e ricorrendo a «un paragone» ha chiarito come esse possano essere considerate «diverse lingue, diversi idiomi, per arrivare» a Lui. «Ma Dio è Dio per tutti» ha avvertito e di conseguenza «noi siamo tutti» suoi «figli». Tanto che nessuno può dire «ma il mio Dio è più importante del tuo» ha messo in guardia il Papa, ribadendo che «c’è un solo Dio e le nostre religioni sono lingue, cammini per arrivare» a Lui. «Qualcuno sikh, qualcuno musulmano, qualcuno indù, qualcuno cristiano, ma sono diversi cammini» e niente altro.
Del resto il pellegrinaggio in Asia e in Oceania si era aperto sempre nel segno del dialogo interreligioso a Jakarta, capitale del Paese con il maggior numero di musulmani al mondo, l’Indonesia, per terminare nella città-Stato modello di prosperità economica, una delle cosiddette “Tigri asiatiche”. Da lì l’aereo della Singapore Airlines con il Papa a bordo è decollato alla volta di Roma e durante il volo Francesco ha tenuto la consueta conferenza stampa per tracciare un primo bilancio della visita con i giornalisti accreditati.
Incontro interreligioso con i giovani nel Catholic Junior College