· Città del Vaticano ·

All’Angelus il Papa rinnova l’appello di pace per Ucraina, Palestina e Israele

Non lo scontro
ma il negoziato
può risolvere i conflitti

 Non lo scontro ma il negoziato può risolvere i conflitti  QUO-142
24 giugno 2024

«C’è bisogno di negoziare», di «evitare ogni azione o parola che alimenti lo scontro», puntando «invece con decisione a una soluzione pacifica dei conflitti». Lo chiede con forza Papa Francesco all’Angelus domenicale, invocando lo Spirito Santo affinché «illumini le menti dei governanti» e «infonda in loro saggezza e senso di responsabilità». È un nuovo appello il suo, che diviene richiesta ai fedeli presenti in piazza San Pietro e a quanti lo seguono attraverso i media: «Continuiamo a pregare per la pace» dice, «specialmente in Ucraina, Palestina, Israele».

Poi il pensiero va a «padre Manuel Blanco, un francescano che da quarantaquattro anni abitava nella chiesa Santi Quaranta Martiri e San Pasquale Baylon a Roma». Era stato il suo confessore ed è spirato nella notte tra giovedì e venerdì scorsi. Per questo Francesco domenica si è recato di buon mattino proprio nella chiesa di Trastevere per pregare davanti alle spoglie mortali del frate. «È stato superiore, confessore, uomo di consiglio — ha detto al termine della preghiera mariana di mezzogiorno —. Ricordando lui, vorrei fare memoria di tanti fratelli francescani, confessori, predicatori, che hanno onorato e onorano la Chiesa di Roma».

Prima dell’Angelus, commentando come di consueto il Vangelo della domenica, il Pontefice aveva parlato della tempesta sul lago di Tiberiade sedata da Gesù. Per sottolineare che Cristo «non ci risparmia le contrarietà, ma ci aiuta ad affrontarle. Così impariamo sempre più a stringerci a Lui, a fidarci della sua potenza».

L'Angelus