A beneficio dell’umanità
Nel campo delle innovazioni tecnologiche occorre dar vita un quadro «normativo, economico e finanziario che limiti il potere monopolistico di pochi e consenta allo sviluppo di andare a beneficio di tutta l’umanità». Lo ha ribadito Papa Francesco parlando ai partecipanti alla conferenza internazionale promossa dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice sull’Intelligenza artificiale (ia) e il paradigma tecnocratico. Ricevendoli in udienza nella mattina di oggi, sabato 22 giugno, nella Sala Clementina, il Pontefice ha riproposto i punti chiave del discorso pronunciato lo scorso venerdì 14 a Borgo Egnazia durante la sessione del vertice del g7 dedicata proprio all’ia. Un intervento in cui — ha detto — «ho evidenziato gli aspetti critici dell’Intelligenza artificiale, sottolineando che essa è e deve rimanere uno strumento nelle mani dell’uomo» e rimarcando «l’assoluta necessità di uno sviluppo e di un utilizzo etico» della stessa. La questione di fondo, a giudizio di Francesco, è se l’ia «serve a soddisfare i bisogni dell’umanità, a migliorare il benessere e lo sviluppo integrale delle persone, oppure serve ad arricchire e aumentare il già elevato potere dei pochi giganti tecnologici nonostante i pericoli per l’umanità». Da qui l’invito alla politica «ad adottare azioni concrete per governare il processo tecnologico in corso nella direzione della fraternità universale e della pace», evitando il rischio di «un cedimento al potere tecnocratico». Tematiche, queste rilanciate anche dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin nel suo successivo intervento ai lavori del convegno.
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