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Presentato allo stadio Olimpico il libro con la prefazione del Papa

Giochi di pace

 Giochi di pace   QUO-137
18 giugno 2024

«Giochi di pace, l’anima delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi» è il titolo del libro, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, curato da Vincenzo Parrinello e promosso da Athletica Vaticana. Nella prefazione Papa Francesco rilancia la tregua olimpica e lo sport come antidoto alla guerra. Il volume è stato presentato ieri allo stadio Olimpico di Roma.

«Ripensando al valore della tregua olimpica, la mia speranza è che lo sport possa concretamente costruire ponti, abbattere barriere, favorire relazioni di pace». Bastano poche parole a Papa Francesco per trovare lo spunto efficace e idoneo a fare dell’attività agonistica, a qualsiasi livello, un volano importante per guardare, attraverso lo sport, ad un futuro di dialogo e di pace. La prefazione del Pontefice, presentazione in grande stile al contenuto di questo libro, traccia le linee fondamentali per ben comprendere e dare il giusto significato alle 85 storie di atleti olimpici e paralimpici contenute nelle pagine di quella che potrebbe essere una sorta di guida, per meglio comprendere anche gli eventi sportivi di cartello che abbiamo vissuto in questo 2024 e che vivremo nelle prossime settimane. Tutte le discipline hanno offerto spettacolo ed eccellenza, attraverso le vicende di atleti vincenti o sconfitti, non importa, ma dense di umanità.

Quale luogo più iconico, per presentare il volume, dello stadio Olimpico? Proprio in questo impianto, creato per le Olimpiadi di Roma 1960, è stato ricordato, vennero disputate le prime Paralimpiadi. Sacrificio, lealtà, impegno, è stato detto nei vari interventi moderati da Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale del Dicastero vaticano per la comunicazione, sono le caratteristiche che fanno della attività sportiva qualcosa che non è fine a se stessa. Sì, sono importanti le vittorie, i record, le medaglie e le coppe, ma è ancora più importante come lo sport riesca a contaminare positivamente con i suoi valori la società civile.

A definire la caratteristica essenziale dell’opera, presentata ieri, è il curatore stesso Vincenzo Parrinello: «Questo libro, rievocando la tregua olimpica che veniva osservata nei Giochi dell’antica Grecia, è rivolto a tutti, per insegnare che lo sport non è vittoria a tutti i costi, ma bagaglio di valori che può contribuire ad aiutare il mondo a trovare la pace, un bene che va perseguito in ogni contesto umano e sociale».

È la grande umanità che pervade lo sport vero, che fa del mondo agonistico, sia quello dei dilettanti che dei campioni, qualcosa di emozionante e attrattivo, che ha tutti i numeri per essere maestro di vita. Nel suo intervento il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, ha ricordato che accanto alla passione occorre l’impegno: «Nessuno nasce campione, ma lo può diventare attraverso un intenso e costante allenamento». Conclusione evangelica nelle parole del porporato, ricordando, con il Discorso della montagna di Gesù, coloro che praticano l’attività agonistica con dedizione e sacrificio: «Beati coloro che fanno sport, perché anche di essi è il Regno dei cieli».

Perché, come avviene nello sport, anche nella vita che c’è al di fuori delle palestre, delle piste e dei campi sportivi, non esiste piena inclusività, assenza di discriminazioni, piena dignità sia per chi vince, ma anche per chi perde? Questa la domanda provocatoria posta da Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico. Il suo intervento ha aiutato ad approfondire un tema importante insieme a quelli di Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute, e Silvia Salis, vicepresidente vicario del Comitato olimpico italiano. Poi è stata la volta delle toccanti testimonianze degli atleti. Come Amelio Castro Grueso, colombiano, atleta paralimpico, l’afghana Maria Sharifi e altri: vicende drammatiche le loro che lo sport praticato è riuscito a trasformare in belle storie di inclusione. Salutando Sharifi, Gisotti ha ricordato le donne che in Afghanistan soffrono a causa del regime talebano.

La presentazione di «Giochi di pace» si è conclusa con un momento altamente simbolico: la consegna di due testimoni, proprio quelli che vengono utilizzati nelle staffette di corsa a squadre, benedetti da Papa Francesco, agli sportivi di Athletica Vaticana, l’associazione che nella Santa Sede sovrintende a ogni attività agonistica. Verranno portati tra pochi giorni a Gibilterra, dove sabato prossimo si svolgeranno i Campionati dei Piccoli Stati d’Europa, e a Londra dalla squadra di cricket.

di Giancarlo La Vella

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