«Vedere le abilità di una persona paralimpica di alto livello porta inevitabilmente a restare meravigliati». Le parole che Papa Francesco ha scritto nella prefazione del libro Giochi di pace, pubblicato dalla Lev su iniziativa di Athletica Vaticana e curato da Vincenzo Parrinello, esprimono con grande verità lo stupore che si prova davanti a vite segnate da eventi traumatici e poi rifiorite grazie ai valori dello sport, grazie al fare squadra, al sentirsi parte di un racconto corale che sta scrivendo qualcosa di nuovo, «promuovendo — sottolinea il Papa — una visione sportiva fraterna, inclusiva e solidale».
Lo schermitore Amelio Castro Grueso, l’handbiker Tiziano Monti e l’atleta Sara Vargetto sorridono spesso, hanno conosciuto momenti “no” ma attraverso la fede, la famiglia, un incontro speciale hanno deciso di non lasciarsi vincere dalle avversità, hanno deciso che la vita andava colta comunque e che, solo guardando al domani con positività, questa avrebbe offerto nuove possibilità.
Dice di non parlare bene l’italiano ma è una bugia. Amelio Castro Grueso, atleta paralimpico specialista nella scherma, indossa orgoglioso una tuta della Polizia di Stato: si allena infatti con le Fiamme Oro, è originario della Colombia, ha voglia di raccontare la sua emozione pensando alle prossime Paralimpiadi di Parigi, «il paradiso», le definisce così. Un incidente gli cambia la vita, 4 anni in ospedale e poi ancora un altro bivio: l’uccisione della mamma alla quale lui assiste quando ha solo sedici anni. «Mi piace pensare positivo, lo so che ho dovuto superare tanto, ma la grazia di Dio mi ha permesso di trovare tante persone che oggi sono al mio fianco». Arriva in Italia accolto dalla Caritas di via Marsala, a Roma, poi trova l’aiuto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e ottiene lo status di rifugiato. «La fede è stata la mia guida, l’ho trovata nella sofferenza, ho conosciuto Dio in ospedale e da allora non mi ha più lasciato». Oggi sta scrivendo un libro per raccontare la sua storia, con l’obiettivo di motivare tanti ragazzi ad intraprendere un cammino sportivo per rinascere.
«Con Alex Zanardi è stato un incontro-scontro»: Tiziano Monti, handbiker, ricorda il grande campione di automobilismo e poi di paraciclismo dopo l’incidente del 2001 nel quale aveva perso le gambe. Un destino comune con Tiziano che nel 2018 affronta le conseguenze di un incidente in auto. Il suo morale è a terra ma a Bologna, l’anno dopo, avviene l’incontro suggellato dal regalo di una handbike. «Zanardi ha rivoluzionato la mia situazione — racconta Tiziano — e oggi a distanza di 5 anni ho l’onore e l’onere di avere a disposizione il mezzo che lui aveva concepito e aiutato a realizzare; questo mi da una carica in più per fare bene e per cercare di portare i valori di Alex sempre più in alto». Tiziano ha un messaggio per i ragazzi che vedono solo buio dopo un evento che cambia i sogni ed i desideri. «La vita cambia, non finisce va sfruttata fino al 110%, lo sport si può fare sempre ed è il volano per ripartire con entusiasmo».
Sara Vargetto ha 16 anni, capelli lunghi e unghie colorate di azzurro. È membro onorario di Athletica Vaticana dal 2019, la sua specialità è atletica su pista e su strada, si allena con determinazione ogni giorno, cercando di recuperare dall’operazione al ginocchio che ha subito da poco. «A 18 mesi ho scoperto di avere una malattia rara alle articolazioni, ho momenti in cui sto meglio e peggio ma ho uno spirito che non molla. Mi alleno 4 volte a settimana». Ha un piglio simpatico, espressione della freschezza dei suoi anni, anche lei ha un messaggio per i giovani che sono alle prese con la disabilità. «Non bisogna mai mollare perché altrimenti si è perdenti in partenza, bisogna provarci. Trova la tua passione — dice determinata Sara — e coltivala, lo sport è vita a me ha dato tutto».
di Benedetta Capelli