· Città del Vaticano ·

Il Pontefice nella basilica romana di Santa Sabina all’Aventino per la messa nel Mercoledì delle Ceneri

Il coraggio di liberarsi
dalle armature
per tornare al cuore

 Il coraggio di liberarsi dalle armature per tornare al cuore  QUO-038
15 febbraio 2024

«Con spirito di preghiera e di umiltà, riceviamo sul capo la cenere. Noi siamo polvere, la nostra vita è come un soffio, ma il Signore — Lui e soltanto Lui, non altri — non permette che essa svanisca». All’inizio del tempo quaresimale Papa Francesco ha spiegato così il significato dell’imposizione delle Ceneri. Nel pomeriggio di mercoledì 14 febbraio si è recato all’Aventino per la tradizionale celebrazione della messa nella basilica romana di Santa Sabina, preceduta da una processione partita dalla vicina chiesa di Sant’Anselmo.

All’omelia Francesco ha auspicato un ritorno all’essenziale: quel riandare «al cuore» come «viaggio dall’esterno all’interno, perché tutto ciò che viviamo, non si riduca ad esteriorità, a una cornice senza quadro, a un rivestimento dell’anima». Si tratta, ha spiegato, di un «bagno di purificazione e di spoliazione» per «togliere ogni “trucco”» e «scendere dal palcoscenico della finzione»; perché «fino a quando continuerai a indossare un’armatura, a camuffarti con la maschera delle apparenze, a esibire una luce artificiale, resterai vuoto e arido. Quando invece avrai il coraggio di chinare il capo per guardarti dentro, allora potrai scoprire la presenza di un Dio che ti ama e da sempre». Da qui l’esortazione a non ridurre «elemosina, preghiera e digiuno a pratiche esteriori» e a «spargere amore sulle “ceneri” di tante situazioni, perché in esse rinascano speranza, fiducia, gioia».

L'omelia del Papa