· Città del Vaticano ·

Romana Guarnieri «beghina di pietà e di cultura e di carità»
L’amicizia con don Mario Sensi e il «cenacolo» sulle pendici del Gianicolo

Una casa sempre aperta
per gli innamorati
della ricerca

 Romana Guarnieri «beghina di pietà e di cultura e di carità»  QUO-036
13 febbraio 2024
Non ho conosciuto Romana Guarnieri. Era il 16 giugno 1946, quando «L’Osservatore Romano» portò a conoscenza del mondo storico medievista la scoperta, da parte di lei, di un «singolare trattatello mistico, ignoto agli storici dell’eresia medievale», lo Specchio delle anime semplici, che ella attribuì, dopo disamine di raffinata chirurgia filologica, a una beghina coetanea di Angela da Foligno, Margherita Porete, bruciata viva per eresia a Parigi nel giugno del 1310. Il felice ritrovamento fu propiziato dall’assidua frequentazione della Biblioteca apostolica vaticana, dove la Guarnieri s’imbatté «per altre vie» nel Vaticano-Rossiano 4, manoscritto dentro il quale lesse «il trattato in questione a occhi aperti». Nel 1946 avevo quattro anni. Le notizie di questa avventura ...

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