La guerra
Per «i popoli che sono in guerra» in Palestina, in Israele, in Ucraina «e in tanti altri posti», e per quelli «che sono perseguitati», come «i nostri fratelli Rohingya»: nella prima udienza generale del 2024 Papa Francesco continua a chiedere di “non dimenticare” la gente che vive in luoghi di conflitto. Un appello rivolto ai presenti nell’Aula Paolo vi e a quanti sono collegati attraverso i media, perché — ribadisce — «la guerra è una pazzia» anzitutto, e «sempre è una sconfitta».
Dall’Europa orientale alla Terra Santa, fino al Sud est asiatico, ovunque ci sia un popolo sofferente, lì c’è il cuore del Pontefice; che non si stanca di invocare il dono della pace e di esortare chi lo ascolta a seguirlo in questa incessante preghiera. Vicinanza spirituale il vescovo di Roma esprime anche «a quanti sono stati colpiti dal recente terremoto in Giappone, come pure alle vittime della collisione di due aerei avvenuta ieri all’aeroporto di Tokyo».
In precedenza, proseguendo il ciclo di catechesi inaugurato la settimana prima sul tema dei vizi e delle virtù, Francesco aveva parlato del «combattimento spirituale» del cristiano. Una lotta, ha detto, «tra estremi opposti: la superbia sfida l’umiltà; l’odio contrasta la carità; la tristezza osteggia la vera gioia dello Spirito; l’indurimento del cuore respinge la misericordia». Del resto, ha aggiunto, «i cristiani camminano di continuo su questi crinali» e perciò «è importante riflettere» su tali aspetti al fine di poter «vincere la cultura nichilista in cui i contorni tra il bene e il male rimangono sfumati».