· Città del Vaticano ·

All’udienza generale il Papa ricorda la prima rappresentazione della Natività realizzata ottocento anni fa da san Francesco a Greccio

Dinanzi al presepe
per chiedere a Gesù la pace

 Dinanzi al presepe per chiedere a Gesù la pace  QUO-291
20 dicembre 2023

«Pensiamo ai bambini in guerra, le cose che vedono. Andiamo al presepe e chiediamo a Gesù la pace. Lui è il principe della pace». Nell’ultima udienza generale prima del Natale, il Papa esorta i fedeli presenti nell’Aula Paolo vi e quanti lo ascoltano attraverso i media a non dimenticare «i popoli che soffrono il male della guerra», perché — spiega — i conflitti «sempre sono una sconfitta». Nel suo cuore ci sono soprattutto, lo dice esplicitamente, la Palestina e Israele, e c’è «l’Ucraina martoriata»; ma non solo, ci sono anche le vittime di un incendio in Guinea, quelle del «devastante terremoto che ha colpito due Province cinesi» e i migranti che perdono la vita in mare: e salutando il gruppo di «Mediterranea Saving Humans», presente stamani, Francesco ne elogia l’impegno a «salvare i poveretti che fuggono dalla schiavitù dell’Africa».

Proprio al presepe, nell’ottavo centenario del primo realizzato a Greccio dal poverello di Assisi, il Pontefice aveva dedicato in precedenza la catechesi, definendo la rappresentazione della Natività una scuola di sobrietà e di gioia. Il primo aspetto è particolarmente importante oggi, visto che «il rischio di smarrire ciò che conta nella vita è grande e paradossalmente aumenta proprio sotto Natale», quando le persone sono immerse «in un consumismo che corrode il significato» autentico delle feste. Del resto, sottolinea il Papa, si vogliono «fare regali» e «va bene», ma la «frenesia di andare a fare le spese» sposta «l’attenzione da un’altra parte e non c’è quella sobrietà del Natale». Da qui l’invito a guardare il presepe con stupore e gioia, con un «atteggiamento religioso», altrimenti «la mia fede è superficiale; una fede “da informatica”».

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