· Città del Vaticano ·

La XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi
Il relatore generale presenta la sezione B3 dell’«Instrumentum laboris»

Partecipazione, compiti
di responsabilità e autorità

 Partecipazione, compiti di responsabilità  e autorità  QUO-240
18 ottobre 2023

Si è svolta stamattina, mercoledì 18 ottobre, nell’Aula Paolo vi , alla presenza di 345 partecipanti, la dodicesima congregazione generale della xvi Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Presidente delegato di turno è stato monsignor Luis Gerardo Cabrera Herrera, arcivescovo di Guayaquil, in Ecuador. Durante i lavori è stata presa in esame la sezione b 3 dell’«Instrumentum laboris», dedicata al tema «Partecipazione, compiti di responsabilità e autorità. Quali processi, strutture e istituzioni in una Chiesa sinodale missionaria?». A presentarla il cardinale relatore generale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Luxembourg. Del suo testo pronunciato in inglese pubblichiamo una nostra traduzione italiana.

Buongiorno a tutti e benvenuti. Credo che siate tutti d’accordo con me se dico che siamo stanchi. È comprensibile, dopo il lavoro che abbiamo fatto insieme, un lavoro bello, appassionante, ma anche impegnativo. Iniziamo oggi il quarto Modulo della nostra Assemblea, l’ultimo dedicato all’esame dei contenuti dell’Instrumentum laboris. Sotto sotto questo ci ricorda che ci stiamo avvicinando alla conclusione. Ma attenzione: ciò non deve diventare una scusa per ridurre l’impegno nel nostro lavoro, come se fosse l’ultima settimana di scuola. Infatti, la fine di questa prima sessione della xvi Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi coincide con l’inizio di una fase altrettanto importante del processo: il tempo tra le due sessioni, che ci vedrà impegnati a consegnare alle Chiese da cui proveniamo i frutti del nostro lavoro, raccolti nella Relazione di Sintesi, e soprattutto ad accompagnare quei processi locali che ci forniranno gli elementi per concludere il nostro discernimento il prossimo anno. Così, una volta rientrati a casa, saremo chiamati a un duplice compito. Da una parte dovremo diffondere i risultati di questa prima sessione, coinvolgendo le nostre Conferenze episcopali, riconvocando i gruppi sinodali, attivando le opportune forme di comunicazione sui media di cui le nostre comunità dispongono, predisponendo i percorsi di sperimentazione e approfondimento che insieme identificheremo come opportuni, e così via. Dall’altra, fin da subito dovremo cominciare a progettare il modo per raccogliere i feedback delle Chiese locali, i frutti degli scambi e dei percorsi di sperimentazione e approfondimento, in modo da arrivare “preparati” alla seconda sessione, cioè carichi di una più chiara consapevolezza del Popolo di Dio di che cosa significa essere una Chiesa sinodale, e soprattutto dei passi che il Signore ci chiede di compiere per diventarlo sempre più e così annunciare meglio il suo Vangelo.

Tutto questo ha molto a che fare con il quarto Modulo, che affronta i temi della Sezione b3 dell’Instrumentum laboris, quella dedicata alla partecipazione. Come sempre, il titolo e la domanda che l’accompagna ci fanno da guida: «Partecipazione, compiti di responsabilità e autorità. Quali processi, strutture e istituzioni in una Chiesa sinodale missionaria?».

Sappiamo bene che questo Sinodo sarà valutato sulla base dei cambiamenti percepibili che ne scaturiranno. I grandi media, soprattutto quelli più lontani dalla Chiesa, sono interessati a eventuali cambiamenti su un numero molto limitato di temi. Non sto a elencarli perché li conosciamo tutti. Ma anche le persone più vicine, i nostri collaboratori, i membri dei consigli pastorali, le persone che si impegnano nelle parrocchie si stanno chiedendo che cosa cambierà per loro, come potranno sperimentare concretamente nella loro vita quel discepolato missionario e quella corresponsabilità su cui abbiamo riflettuto nei nostri lavori. E si chiedono come questo sia possibile in una Chiesa che risulta ancora poco sinodale, in cui sentono che la loro opinione non conta e che a decidere tutto sono pochi o uno solo. A queste persone interessano soprattutto i cambiamenti, piccoli ma sensibili, sulle questioni che ci prepariamo ad affrontare in questo Modulo.

Esaminiamo un po’ più da vicino tali questioni, cioè le cinque schede di lavoro alle quali si dedicheranno i nostri Circuli Minores. La prima riguarda il rinnovamento del servizio dell’autorità. Non intende certo mettere in dubbio l’autorità dei ministri ordinati e dei pastori: come successori degli apostoli noi pastori abbiamo una missione speciale nella Chiesa. Però siamo pastori di uomini e donne che hanno ricevuto il battesimo, che vogliono partecipare ed essere corresponsabili nella missione della Chiesa. Nei luoghi in cui regna il clericalismo, c’è una Chiesa che non si muove, una Chiesa senza missione. Il clericalismo può colpire il clero e anche i laici quando pretendono di mantenere una responsabilità per sempre. I clericalisti vogliono solo mantenere lo “status quo”, perché solo lo “status quo” cementa il loro potere. Missione... impossibile!

La seconda scheda riguarda la pratica del discernimento in comune. Abbiamo sperimentato personalmente, sulla nostra pelle, o meglio nel nostro cuore, la forza di uno strumento tutto sommato semplice come la conversazione nello Spirito. Come possiamo introdurne il dinamismo nei processi decisionali della Chiesa, ai diversi livelli? Come possiamo imparare a costruire un consenso che non polarizzi, e al tempo stesso rispetti il ruolo peculiare dell’autorità, senza che questa si isoli dalla comunità? È questa la sfida del discernimento in comune.

La terza scheda ci ricorda che la vita delle comunità umane, e quindi anche della Chiesa, passa inevitabilmente per la realizzazione di strutture e istituzioni, che permangano nel tempo e che offrano alle persone opportunità di partecipazione e di crescita. Ogni istituzione può offrire alcune opportunità, ma non altre? Quali sono più in linea con una Chiesa sinodale? Pensiamo in maniera concreta, partiamo dalle istituzioni che già esistono, come i consigli pastorali, e verifichiamo il loro grado di effettiva sinodalità.

La quarta scheda ci fa posare lo sguardo su una tipologia particolare di strutture, quelle in cui si riuniscono raggruppamenti di Chiese locali. Il livello continentale è stato una lieta novità e un punto di forza del processo del Sinodo 2021-2024. Che cosa impariamo da quella esperienza? Quale ruolo può avere il livello continentale, anche per realizzare il “sano decentramento” a cui spesso ci invita il Santo Padre? E qual è il potenziale di uno strumento come le Assemblee ecclesiali, in cui non sono presenti solo vescovi? Ho vissuto di persona quella di Praga: senza la partecipazione di sacerdoti, diaconi, consacrati e laici, credo che sarebbe stata molto più conflittuale. Come possiamo costruire reti tra Chiese locali? E come si configura il ministero di unità del Vescovo di Roma in una Chiesa sanamente decentralizzata?

L’ultima scheda ci tocca molto da vicino, perché ci invita a riflettere sulle potenzialità dell’istituzione stessa del Sinodo come luogo in cui sperimentare in modo speciale la relazione dinamica che lega sinodalità, collegialità episcopale e primato petrino. E chiede ai gruppi che l’affronteranno di esprimere anche una valutazione sull’esperimento di estendere la partecipazione a un gruppo di non vescovi, scelti come testimoni della fase dell’ascolto e della consultazione.

Sono questioni delicate, che richiedono un discernimento accurato: in questa sessione inizieremo ad affrontarle, poi avremo un anno di tempo per continuare ad approfondirle in vista del lavoro che faremo nella seconda sessione. Sono delicate perché toccano la vita concreta della Chiesa e anche il dinamismo di crescita della tradizione: un discernimento sbagliato potrebbe spezzarla, oppure congelarla. In entrambi i casi la ucciderebbe. Sono questioni che richiedono di essere affrontate con precisione di linguaggio e di categorie. Tra gli esperti che ci accompagnano e che colgo l’occasione per ringraziare, ci sono teologi e anche canonisti, sia latini sia orientali. Se possono aiutare la nostra riflessione, non temiamo di interpellarli. I facilitatori sanno come farlo.

Al n. 44 l’Instrumentum laboris ci ricorda che la partecipazione porta con sé l’umiltà della concretezza. Perciò le questioni che la riguardano vengono dopo quelle relative alla comunione e alla missione: è attraverso la partecipazione che possiamo dare concretezza alla visione ispiratrice e continuità nel tempo allo slancio della missione. La concretezza porta però con sé anche il rischio di perdersi nei dettagli, negli aneddoti, nei casi individuali. In questo quarto modulo dobbiamo perciò compiere uno sforzo particolare per rimanere concentrati sull’obbiettivo a cui miriamo, quello indicato dalla “Domanda per il discernimento” di ogni Scheda. Le considerazioni a margine, che ci distraggono dal nostro obiettivo, non ci aiutano. Ricordo anche che l’obiettivo di ogni gruppo, rispetto alla questione che affronta, è quello di arrivare ad esprimere convergenze, divergenze, questioni da approfondire e proposte concrete per andare avanti. Chiedo ai facilitatori, che ancora ringrazio, di non avere paura a spronarci, anche in modo un po’ deciso, quando abbiamo bisogno di essere aiutati a non perdere di vista il centro focale.

Lascio ora la parola al Presidente delegato che ci guiderà nella sessione. P. Timothy Radcliffe e don Dario Vitali ci aiuteranno a inquadrare i temi del nostro lavoro, rispettivamente dal punto di vista biblico-spirituale e teologico, intervallati da momenti di silenzio volti a favorire l’interiorizzazione. Come già nei Moduli precedenti, ascolteremo anche alcune testimonianze di membri del Sinodo che su questi temi possono condividere esperienze significative.

Auguro a tutti un lavoro fecondo in questo Modulo, che torni a beneficio di tutta la Chiesa. Discepoli missionari o corresponsabilità non sono solo frasi fatte, ma una chiamata che possiamo realizzare soltanto insieme, con il sostegno di processi, strutture e istituzioni concreti che operino davvero con spirito di sinodalità.


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