Tra un piccolo gregge
![Tra un piccolo gregge dal cuore semplice QUO-204 Tra un piccolo gregge dal cuore semplice QUO-204](/content/dam/or/images/it/2023/09/204/varobj20092953obj2035841.jpg/_jcr_content/renditions/cq5dam.thumbnail.cropped.500.281.jpeg)
La preghiera per le vittime dell’incendio in Sud Africa
È «lontano dai riflettori, che spesso si trovano i segni della presenza di Dio», il quale «non cerca il centro del palcoscenico, ma il cuore semplice di chi lo desidera e lo ama senza apparire». Così Papa Francesco ha spiegato le motivazioni del viaggio apostolico compiuto dal 31 agosto al 4 settembre in Mongolia, ripercorrendone i momenti salienti durante l’udienza generale di oggi, mercoledì 6 settembre, in piazza San Pietro.
«Ho avuto la grazia di incontrare» a Ulaanbaatar «una Chiesa umile ma una Chiesa lieta» ha confidato il Pontefice, parlando di «una comunità unita e veramente cattolica» che testimonia «un’universalità incarnata, “inculturata”» al «servizio del Signore e dei fratelli». Esemplare, in questo senso, la vicenda dei missionari che da varie parti del mondo «sono andati» nel Paese «e si sono “inculturati”: hanno preso la cultura mongola per annunciare in quella cultura il Vangelo».
«Mi ha fatto bene — ha ribadito il Papa — incontrare il popolo mongolo, che custodisce le radici e le tradizioni, rispetta gli anziani e vive in armonia con l’ambiente: è un popolo che scruta il cielo e sente il respiro del creato». Da qui l’esortazione a lasciarsi «stimolare dal bisogno di allargare i confini del nostro sguardo», imparando a «dilatare i propri orizzonti» e a «dilatare il proprio cuore per capire, per essere vicino a ogni persona e a ogni civiltà».
Al termine della catechesi, salutando i fedeli presenti, il Pontefice ha ricordato il terribile incendio avvenuto lo scorso 31 agosto a Johannesburg, in Sud Africa, e ha invitato a pregare per le vittime e per «quanti si stanno prodigando per provvedere assistenza e supporto».