· Città del Vaticano ·

Il terremoto del 1968 e i pregiudizi ambientali in un libro dello scienziato Mario Mattia

Quasimodo e “quelli lì”
del Belice...
Un messaggio per l’oggi

 Quasimodo e “quelli lì” del  Belice... Un messaggio per l’oggi   QUO-190
21 agosto 2023
«Isole che ho abitato, verdi su mari immobili / d’alghe arse, di fossili marini le spiagge ove corrono in amore cavalli di luna e di vulcani. / Nel tempo delle frane, le foglie, le gru assalgono l’aria / in lume d'alluvione splendono cieli densi aperti agli stellati; / le colombe volano dalle spalle nude dei fanciulli. / Qui finita è la terra: con fatica e con sangue mi faccio una prigione». È un brano di poesia dedicato da un padre alla figlia, ma è anche l’ode con cui l’autore, il premio Nobel Salvatore Quasimodo, evoca la terra fragile e meravigliosa delle sue origini. La Sicilia richiamata dal poeta non è delimitata da confini precisi, non è territorio geograficamente ben definito: è piuttosto “pezzo” di Mediterraneo, che dalle coste greche e turche corre fino a lambire quelle ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati