Quando lo sport

C’è il solidale passaggio di testimone della grande staffetta per il reinserimento sociale delle persone in carcere tra l’esperienza We Run Together di Athletica Vaticana — con protagoniste le detenute a Rebibbia e i detenuti a Velletri — e il progetto Lo Sport abbatte le barriere promosso dal ministero italiano per lo Sport e i Giovani con Sport e Salute. L’iniziativa — che rilancia l’attenzione di Papa Francesco per la dignità delle persone detenute — è stata presentata nei giorni scorsi proprio nel carcere femminile di Rebibbia.
«Utilizzare gli spazi e gli ambienti delle tante caserme dismesse quali luoghi di sport per le comunità dei detenuti, da ristrutturare anche con il loro coinvolgimento diretto», è la proposta del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, da realizzare in sinergia con i dipartimenti per l’Amministrazione penitenziaria e per la Giustizia minorile e di comunità, e la partecipazione diretta di 10.000 detenuti.
Alla presentazione dell’iniziativa, con il ministro della Giustizia, hanno partecipato tra gli altri il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, il presidente di Sport e Salute, Vito Cozzoli, e il capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo.
«Non siamo qui per uno spot» ha detto Abodi, ricordando che «l’articolo 27 della Costituzione italiana evidenzia due termini, “umanità” e “rieducazione”, insiti nello sport il cui diritto, a breve, sarà riconosciuto proprio dalla Carta». Sport per tutti, dunque, «non solo nelle carceri — ha rilanciato — ma anche nei quartieri, nei parchi, nei luoghi di inclusione sociale».
«Tutti i detenuti hanno diritto alla rieducazione e, all’interno di questo diritto, c’è anche il diritto allo sport» ha affermato Cozzoli presentando le linee concrete dell’avviso pubblico “Sport di tutti - Carceri” che va a rendere più forte lo stile sportivo nei penitenziari: «Le politiche pubbliche non possono fermarsi davanti ai cancelli blindati degli istituti di pena. L’attività in carcere è uno degli ambiti che maggiormente valorizzano la capacità dello sport di essere strumento di promozione valoriale e anche di recupero di persone fragili inserite in contesti difficili».