Uomo, dov’è la tua speranza?

«Dov’è la tua speranza, oggi? hai una speranza viva o l’hai sigillata; o l’hai nel cassetto come un ricordo romantico?». È il pressante interrogativo che Papa Francesco rivolge alle donne e agli uomini del nostro tempo alla vigilia del Triduo pasquale. All’udienza generale del 5 aprile, Mercoledì santo, il Pontefice offre una catechesi sul tema «Il Crocifisso, sorgente di speranza», lasciandosi ispirare dal passo della prima lettera di Pietro (2, 21-24) proclamato all’inizio dell’incontro con i fedeli in piazza San Pietro. Se infatti la morte e la sepoltura di Cristo sembrano segnare «il capolinea della speranza» — spiega il vescovo di Roma — in realtà «la speranza di Dio germoglia» nascendo e rinascendo «nei buchi neri delle nostre attese deluse». Basti pensare, chiarisce, «proprio alla croce: dal più terribile strumento di tortura Dio ha ricavato il segno più grande dell’amore. Quel legno di morte, diventa albero di vita» per ricordare «che gli inizi di Dio cominciano spesso dalle nostre fini». Da qui l’esortazione a guardare «oggi l’albero della croce, perché germogli in noi la speranza: quella virtù quotidiana, silenziosa, umile, ma che ci mantiene in piedi» e «aiuta ad andare avanti». Perché, chiosa, «senza speranza non si può vivere». Con una consegna conclusiva specifica, affidata al termine dell’udienza, durante i saluti ai gruppi di pellegrini presenti: «In questa Santa settimana», non dimenticare «le vittime dei crimini di guerra» e «guardando la Madonna davanti alla Croce» pregare per le madri: soprattutto quelle «dei soldati ucraini e russi caduti» nel conflitto in corso.

La catechesi

I saluti