· Città del Vaticano ·

Viaggio tra le sofferenze e le speranze di chi parte in cerca di un futuro migliore

Sogno americano

TOPSHOT - A man prays at the border fence during the 'Remembering our Fallen Exile Deported ...
17 marzo 2023

Il Mediterraneo e l’Europa sono particolarmente esposti ai flussi dei migranti, in fuga da guerre, povertà e emarginazione che attanagliano il “sud” del mondo. Ma questo fenomeno ha una portata estremamente rilevante anche in un altro quadrante, l’America centrale, “crocevia” per le carovane di migranti che con vari mezzi cercano di risalire il territorio tra Panamá e il Messico, nella speranza di raggiungere gli Stati Uniti. Un percorso che parte dalla selva del Darién, al confine tra Panamá e Colombia, nota come “l’inferno dei migranti” per i rischi letali dell’attraversamento: pericoli che sembrano non scoraggiare tanti disperati — soprattutto haitiani, venezuelani ed ecuadoregni — visto che nei primi mesi del 2023 si registra una tendenza all’aumento dei flussi dopo il record di 248.000 arrivi lo scorso anno.

La risalita del continente verso il “sogno americano” prosegue poi tra Costa Rica, Nicaragua, El Salvador e Honduras, fino ad arrivare in Guatemala e in Messico. Quest’ultimo Paese sta diventando una sorta di primo “muro di contenimento” per gli Stati Uniti, dove pure l’amministrazione del presidente Joe Biden ha annunciato nuove misure restrittive sugli ingressi in vista dell’11 maggio, data di scadenza dello stato di emergenza pandemica e del cosiddetto “Titolo 42”, la normativa varata da Donald Trump che facilitava i respingimenti per motivi sanitari.

Un quadro doloroso che è al centro dell’odierno numero dell’inserto settimanale «Atlante».


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