
03 ottobre 2022
Era il 24 gennaio 2019. Sulla copertina del britannico «The Economist», voce tra le più rappresentative del mondo politico ed economico occidentale, compariva una parola mai usata prima: slowbalisation. Il concetto era chiaro: la globalizzazione per come la conosciamo, ovvero quel progressivo movimento di integrazione tra le economie avvenuto negli ultimi 30 anni, stava rallentando con conseguenze notevoli sul piano politico e sociale. Slowbalisation era appunto il nome di un rallentamento dell’integrazione e della crescita. Secondo il «The Economist», «the steam has gone out of globalisation».
A tre anni di distanza, oggi, la pandemia e il conflitto in Ucraina sembrano aver sancito il consolidarsi di questo fenomeno: la globalizzazione arranca di fronte a molteplici spinte de-globalizzanti, ...
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