Lo zaino in spalla, la merenda in mano, questi due bambini iracheni vanno a scuola. Intorno a loro campeggiano la distruzione e le macerie provocate da un confitto che sembra non finire mai. Secondo l’Unicef, negli ultimi 5 anni almeno 519 minori sono stati uccisi o feriti da ordigni esplosivi in Iraq. Il che significa 103 morti all’anno e almeno 8 vittime ogni mese. L’ultimo episodio è accaduto il 20 luglio nella città settentrionale di Zakho ed è costato la vita a tre bambine di 1, 12 e 16 anni. «Questi attacchi mettono i minori a rischio non solo oggi, ma minacciano anche le vite delle generazioni future — afferma Sheema SenGupta, rappresentante dell’Unicef nel Paese —. Essere vittima, assistere o temere la violenza non dovrebbe mai far parte dell’esperienza di nessun bambino». Di qui l’appello dell’Unicef a tutte le parti in causa affinché si fermi l’uso di armi esplosive nelle aree popolate e si proteggano sempre i più piccoli, nel pieno rispetto del diritto internazionale.
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22 luglio 2022
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