01 marzo 2022
«Sarajevo sa bene cosa significa un assedio: quello che noi abbiamo sofferto è stato il più lungo della storia. Per questo siamo vicini a tutta la popolazione dell’Ucraina». Le parole della prima cittadina della capitale della Bosnia ed Erzegovina, Benjamina Karić, rievocano scenari di morte e di terrore. Gli stessi che i mezzi di informazione di tutto il mondo stanno raccontando in questi giorni all’indomani dell’attacco russo.
Oggi ricorre l’anniversario del referendum, tenutosi tra il 29 febbraio e il 1° marzo 1992, voluto e finanziato dall’Unione europea nel quale il 64 per cento dei cittadini, più di 2 milioni di votanti su 4,2 milioni della popolazione totale, si espresse a favore dell’indipendenza della Bosnia ed Erzegovina dalla Federazione jugoslava. E il pensiero va inevitabilmente alle ...
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