· Città del Vaticano ·

L’Unhcr si appella all’Europa

Dispersi in mare 23 migranti

Migrants rest at a reception centre after arriving on the southern island of Lampedusa, Italy May ...
11 maggio 2021

Seicento persone in mare, su un barcone nella speranza di attraversare il canale di Sicilia, sono state fermate e riportate in Libia dalla Guardia costiera libica. All’arrivo erano presenti rappresentanti dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e del Comitato internazionale di soccorso (Icr). «Tutti — si legge in un tweet dell’Unhcr dove si riferiva delle precarie condizioni dei profughi — sono stati posti in detenzione». Le agenzie umanitarie hanno provveduto a medicare e rifocillare le persone, si fa sapere, prima che le autorità locali le portassero nei centri allestiti per chi tenta la traversata. Diverse donne e bambini, come sempre, facevano parte del gruppo.

Sempre l’Unhcr ha dato notizia di un ennesimo, tragico, naufragio. Un barcone si è capovolto al largo della Libia. Un corpo è stato recuperato ma non si ha notizia di altre 23 persone che erano a bordo. 18 sono state riportate a terra, in Libia, e molte di loro presentavano segni di ustioni, riferiscono gli operatori.

L’alto commissario per i rifugiati, Filippo Grandi, in conferenza stampa a Bruxelles con la commissaria europea alle Migrazioni Ylva Johanssons, ha detto che la situazione sarebbe «gestibile» se scattasse la solidarietà dei ricollocamenti nei Paesi dell’Unione: «Il ricollocamenti dei rifugiati e misure adeguate alla gestione degli arrivi — ha detto — sono il minimo che l’Europa possa fare». Serve — ha ammonito — «un meccanismo prevedibile guidato dagli Stati, per salvare vite in mare».