Lo specchio di carta

Un’imponente bagaglio personale aveva sempre accompagnato i suoi passaggi nelle diverse sedi episcopali e giunse anche nell’appartamento pontificio, l’indomani della sua elezione al Soglio di Pietro il 26 agosto 1978: le sue carte, quelle dell’Archivio privato di Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo
In una prima disamina si potè così identificare la natura degli scritti e ricostruire la genesi, lo sviluppo e il complesso percorso di questo archivio privato che dal Palazzo apostolico della Santa Sede, dopo la morte di Giovanni Paolo
Si tratta di una ricchissima raccolta di materiale documentale eterogeneo che abbraccia un cinquantennio, costituito dall’insieme di carte che comprendono gli scritti autografi, quaderni, notes, agende, materiale a stampa, corrispondenza. La misura di queste carte, che si caratterizza principalmente come schedario personale, è in gran parte quella degli interventi, delle lezioni, delle conferenze, delle omelie, degli articoli, delle pubblicazioni. Misura fondamentale per indagare quella officina del testo così cara a una delle più intense stagioni delle discipline filologiche: il farsi cioè di un pensiero e di un tema e le sue oscillazioni, nelle riprese e nelle molteplici varianti della sua stesura, dove le dinamiche del costruirsi progressivo del testo offrono le chiavi più autentiche della sua interpretazione.
Le carte di Albino Luciani dicono pertanto certamente molto, nel loro insieme e nelle loro parti, del profilo di chi le ha redatte e conservate. L’archivio privato non presenta quei caratteri, così ben individuati in altri fondi di persona, di intenzionale costruzione della propria memoria e della propria identità. Non si riscontra in questo caso l’intento da parte dell’autore di assegnare alle proprie carte il compito di commemorare una vita o un progetto: l’archivio di Luciani appare come archivio di persona che rientra negli archivi definiti “specchi di carta” o “evidence of identity”. Seppure eccezionalmente sono presenti puntuali descrizioni in forma diaristica, come alcuni appunti relativi alla sua partecipazione al concilio Vaticano
In base alla ricerca effettuata, confluita poi nella Positio, il nucleo originario dell’archivio privato si poté individuare da tutto l’insieme di carte che comprendono gli scritti autografi dal 1929 al 1959 riguardanti in prevalenza i quaderni a tema, le raccolte di manoscritti con le materie di studio e le lezioni, redatti dal futuro Giovanni Paolo
A questa documentazione si aggiunge quella specifica inerente alla pubblicazione della tesi di dottorato su Antonio Rosmini e alla pubblicazione di Catechetica in briciole nel dicembre 1949, alla quale si unisce parte della documentazione e corrispondenza relativa al conseguimento del dottorato e all’incarico esercitato come provicario generale della diocesi di Belluno-Feltre (1948-1953).
Questo nucleo originario si è andato arricchendo e ampliando di altri notes, quaderni, appunti, schemi, conferenze, corrispondenza e articoli negli anni dell’episcopato a Vittorio Veneto (1958-1969), dove risalta una consistente acquisizione di materiale inerente alla Conferenza episcopale Triveneta, alla Conferenza episcopale italiana e al concilio Vaticano
Eletto Patriarca di Venezia portò con sé, nella sede patriarcale, tutto il materiale dell’archivio personale, ampliandolo ulteriormente e arricchendolo con la conservazione rilevante della corrispondenza di quegli anni, che illumina le relazioni di collaborazione riservata con la Santa Sede e con i vertici dell’episcopato italiano, nonché il suo pensiero nel vivo delle contingenze che lo riguardano e lo interessano.
È questo bagaglio personale, unito ai libri della sua biblioteca, che egli provvide a far giungere nel Palazzo apostolico l’indomani della sua salita al Soglio di Pietro. Ricostruirne l’iter è stato oggetto della prima ricerca. Il trasferimento da Venezia in Vaticano dell’archivio e della sua biblioteca fu effettuato dalla ditta indicata dal gesuita padre Roberto Busa, (suo compagno di studi nel seminario di Belluno) che aveva curato in precedenza il trasloco degli effetti personali di Paolo
I contenitori vennero collocati nei locali sottostanti l’appartamento pontificio. Durante il breve periodo del pontificato solamente una parte non quantitativamente rivelante venne tolta dall’imballaggio, tra cui l’agenda personale del 1978, in similpelle blu, sulla quale continuò a scrivere da Pontefice appuntando le minute degli angelus e delle udienze. Mentre per quanto riguarda i libri della biblioteca cominciò dai volumi dall’opera omnia di san Francesco di Sales, che volle sistemata nella biblioteca del suo studio.
Con la sua morte e la successiva elezione di Giovanni Paolo
Sotto l’egida della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo
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