Antichi smalti

Nella notte tra il 10 e l’11 luglio del 1989, dal Museo Diocesano dell’Arcidiocesi di Siena - Colle di Val d’Elsa - Montalcino, allestito pochi anni prima per volontà dell’arcivescovo Mario Ismaele Castellano presso i locali del Pontificio Seminario Regionale Pio
L’oreficeria gotica senese aveva raggiunto nel secolo
Degli undici oggetti trafugati, dieci sono stati rinvenuti. Manca ancora un calice cinquecentesco in argento, proveniente dall’antica Certosa di Maggiano, nei pressi di Siena.
I reperti hanno subito traumi importanti: il progetto di restauro, per volontà dell’Arcivescovo di Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, è stato affidato ai Musei Vaticani, che nella persona del direttore Barbara Jatta hanno accolto con entusiasmo la proposta, occasione preziosa anche per un approfondimento di studio sulle sofisticate e ancora poco note tecniche di realizzazione di questi capolavori, opere d’arte e di fede che torneranno a parlare all’uomo di oggi col linguaggio della bellezza e dell’anelito a Dio.
di Enrico Grassini
Direttore Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici
Arcidiocesi di Siena - Colle di Val d’Elsa - Montalcino
La dignità restituita all’arte: un linguaggio per tutti
Una proprietà violata è sempre un grande dolore. Un luogo sacro violato è ancora più doloroso, perché la ferita non solo viene inferta all’intimo di ciascuno, ma ad una comunità intera; nel caso dell’arte e di ciò che essa produce come linguaggio di bellezza, è una ferita inferta all’umanità.
Gli oggetti non sono idoli, ma alcuni di essi sono segni di tradizioni vive, di vite di persone: non solo di chi li ha realizzati, ma anche di coloro per i quali hanno rappresentato un significato particolare di fede. L’arte è uno dei linguaggi che l’annuncio cristiano ha sempre privilegiato, ma parla a tutti, è un patrimonio di tutti. Ritrovare nuovamente questi preziosi oggetti e restituirli non solo alla loro integrità, ma alla fruibilità di chiunque voglia, è come celebrare l’unità di un popolo che percorre insieme un tratto di strada e in cui ognuno fa la sua parte: l’unità della Chiesa senese, porzione e segno dell’unica Chiesa, dell’unico popolo in cammino.
«È una bellezza, quella dell’arte, che fa bene alla vita e crea comunione»; con queste parole il Santo Padre salutava i sostenitori della tutela e della valorizzazione del patrimonio dei Musei Vaticani (Saluto ai Patrons of the Arts in the Vatican Museums, 28.09.2018). L’arte emerge dall’inquietudine del cuore umano che cerca l’infinito, un moto dell’anima che ogni uomo ha sempre vissuto, accolto e assecondato attraverso il segno della bellezza: un’armonia degli elementi che parla di vita, ed eleva lo sguardo oltre gli egoismi e gli interessi di parte. La bellezza dell’arte rende bontà alla vita e crea legami di comunione che seminano frutti di pace. Grazie alla perizia dell’Arma dei Carabinieri oggi si rimargina una ferita alla dignità umana; perché è missione della Chiesa parlare a tutti di bellezza e con bellezza, per dare a ciascuno la possibilità di seguire la via verso l’infinito, dal quale siamo naturalmente attratti: bellezza e bontà che conducono a Dio.
di Augusto Paolo Lojudice
Cardinale, Arcivescovo di Siena - Colle di Val d’Elsa - Montalcino