La dimensione della carità

È intitolato Ite ad Ioseph il sussidio pastorale che l’Ufficio liturgico nazionale, a nome della Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana, ha predisposto nell’anno speciale dedicato a san Giuseppe, dall’8 dicembre 2020 all’8 dicembre 2021, accompagnato da Papa Francesco con la lettera apostolica Patris corde. Il documento della Cei si pone come uno strumento efficace per sostenere la preghiera delle comunità ecclesiali con le parole dei Pontefici, alcune orazioni antiche e recenti dedicate al santo, e proposte di schemi per le celebrazioni. «Nelle diverse Chiese che sono in Italia non mancherà il costante e significativo richiamo alla dimensione della carità — scrive nella presentazione il vescovo segretario generale della Cei, Stefano Russo — evidenziando la particolare concessione dell’indulgenza plenaria a coloro i quali, sull’esempio di san Giuseppe, compiranno un’opera di misericordia corporale o spirituale». Particolare attenzione verrà riservata a santuari o a chiese parrocchiali intitolate al padre putativo di Gesù, «come punti di riferimento per la preghiera comunitaria e personale e per la celebrazione del sacramento della riconciliazione», afferma ancora Russo aggiungendo che «ogni diocesi saprà indicare i tempi e i modi più opportuni per venerare san Giuseppe e invocare la sua protezione sulla Chiesa, sulle famiglie e sull’intero popolo di Dio». Nello specifico il sussidio inizia dando indicazioni per una celebrazione vigiliare pensata, viene precisato, per essere vissuta in chiesa come preghiera in memoria di san Giuseppe nei giorni particolarmente legati alla figura del santo. Un rito da svolgersi in penombra, con il solo supporto di un lucernario e con il celebrante che, giunto presso l’immagine dell’artigiano, sosta in silenzio. Il momento di raccoglimento verrà interrotto dal canto del Salmo 62, con un fedele che deporrà una lampada accesa ai piedi della statua, seguito da orazioni tratte da Patris corde, Lettera ai Romani e Messale romano. Un secondo e un terzo momento, intitolati “Il suo linguaggio il silenzio” e “Il manto”, consisteranno anche nella lettura dell’omelia pronunciata da san Paolo
Prende spunto dalla terza edizione del Messale romano invece la messa votiva presentata nel testo episcopale mentre è di Leone
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