· Città del Vaticano ·

Leone XIV ha inaugurato il Borgo «Laudato si’» a Castel Gandolfo

Custodire l’opera di Dio

 Custodire l’opera di Dio  QUO-205
06 settembre 2025

di Edoardo Giribaldi

In preghiera per il creato e con il creato: è stato il senso della visita compiuta nel pomeriggio di ieri, venerdì 5 settembre, da Leone XIV a Castel Gandolfo, per inaugurare il Borgo Laudato si’, complesso di 55 ettari, un tempo parte delle Ville Pontificie. Nato su iniziativa di Papa Francesco, il Borgo unisce due dimensioni: il Centro di alta formazione Laudato si’ — cuore educativo del progetto — e un sistema agricolo fondato sui principi dell’ecologia integrale.

La liturgia della Parola con il rito di Benedizione è stata preceduta da una visita ai diversi luoghi che caratterizzano il Borgo. Giunto in automobile nella cittadina sul lago di Albano, Leone XIV è stato accolto dal cardinale scalabriniano Fabio Baggio e dal sacerdote Manuel Dorantes, rispettivamente direttore generale e direttore gestionale amministrativo del Centro. Insieme a loro erano presenti una quindicina di famiglie che si occupano dell’ospitalità dei visitatori. Per il futuro si stimano circa 250.000 ingressi l’anno, con biglietto d’entrata, ma accesso gratuito per le persone in difficoltà economiche.

A bordo di una golf car elettrica, il Pontefice ha raggiunto i luoghi della visita passando davanti a Villa Barberini — dove ha trascorso due periodi di riposo estivo: uno nel mese di luglio, l’altro ad agosto, in coincidenza della solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria —, per poi fermarsi in preghiera al cosiddetto “Giardino della Madonnina”. In quel luogo, lo scorso 9 luglio aveva celebrato la prima Messa con la nuova liturgia dedicata alla «custodia della Creazione», definendo il giardino una cattedrale naturale e sottolineando la bellezza del creato come contesto privilegiato per l’Eucaristia.

La visita è poi proseguita nel “Giardino degli Specchi”, dove Papa Prevost ha incontrato alcuni giardinieri, accompagnati dalle loro famiglie, che si prendono cura delle oltre tremila varietà di piante presenti nel Borgo, e ha distribuito il mangime ad alcuni pesci Koi provenienti dal Giappone e presenti in una vasca naturale.

Successivamente, si è diretto verso lo stemma pontificio floreale, realizzato dai lavoratori della proprietà, e poi ha raggiunto la vigna biodinamica, sviluppata in collaborazione con l’Università di Udine, dove ha ricevuto in dono un cappello appartenuto a san Giovanni XXIII. Il Papa ha anche accarezzato due cavalli, arrivati in dono, insieme ad altri quattro, da Valencia.

Un altro momento significativo è stato nella nuova area della serra e del santuario di Borgo Laudato si’, destinata alle attività formative rivolte a studenti, professionisti e comunità vulnerabili. Ogni anno il complesso accoglierà fino a duemila alunni provenienti da tutto il mondo, inclusi giovani con disabilità, inviati attraverso le diocesi. Tra le aule e gli spazi del Centro, Leone XIV ha incontrato anche una rappresentanza di studenti delle scuole limitrofe, alcuni amministratori di aziende e persone fragili coinvolte nei percorsi di formazione.

Tra queste ultime, anche Ciro Salvucci, che scrive su «L’Osservatore di Strada», occupandosi anche della distribuzione del mensile gratuito della nostra testata, che dà voce in particolare ai bisognosi e agli emarginati. L’uomo ha consegnato al Pontefice il numero del giornale pubblicato nell’ottobre 2024 e dedicato interamente al Borgo Laudato si’. Ciro ha conosciuto questa realtà proprio in occasione della preparazione di quel numero speciale e così ha potuto frequentare un corso da giardiniere. Ieri pomeriggio, al Pontefice ha chiesto la sua benedizione per il cammino intrapreso, allo scopo di riprendere in mano la propria vita.

Conclusa la visita, il vescovo di Roma si è diretto verso la serra per presiedere la liturgia della Parola con il rito di Benedizione, introdotta dal saluto del cardinale Baggio.

Il porporato ha sottolineato la natura profetica del Borgo, «in un’epoca segnata da crisi ambientali, conflitti e disuguaglianze», indicandolo come simbolo di un futuro «diverso», fondato «sulla cura del creato e di tutta la famiglia umana». Quindi ha definito l’inaugurazione un «messaggio di speranza», ricordando come la conversione ecologica sia possibile e nasca dall’incontro tra fede, responsabilità e speranza. Ha poi invitato a pregare per quanti animano la vita del luogo e per i visitatori, perché possano lodare e «benedire il Signore con umiltà e gratitudine».

Il rito è quindi proseguito con la proclamazione di un passo del Vangelo secondo Matteo (6, 24-34) e il responsorio (Salmo 18, «I cieli narrano la Gloria di Dio») che hanno preceduto l’omelia del Pontefice.

Dopo la Preghiera cristiana con il creato, tratta dall’enciclica Laudato si’ di Papa Bergoglio — elevata da suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale ee consigliera d’amministrazione del Centro di alta formazione Laudato si’ —, Leone XIV ha pronunciato l’orazione di benedizione, ringraziando Dio per «la gioia di inaugurare un luogo nel quale veniamo formati a custodire l’opera della tua creazione a noi affidata» e chiedendo che «lo stupore per la bellezza» delle Sue «creature ci porti a contemplare la grandezza» del Suo «amore, per saperlo vivere tra di noi in ogni nostra relazione».

L’antifona mariana Ave Regina Caelorum ha preceduto il momento conclusivo del rito, animato dal noto tenore Andrea Bocelli e suo figlio Matteo, uniti in preghiera nel canto francescano Dolce sentire.