· Città del Vaticano ·

Intervento dell’arcivescovo Caccia all’Onu

Preoccupante la rinascita
di una retorica nucleare aggressiva

 Preoccupante la rinascita  di una retorica nucleare aggressiva  QUO-204
05 settembre 2025

New York, 5. «Invece di avanzare verso il disarmo e una cultura di pace, stiamo assistendo a una rinascita di una retorica nucleare aggressiva, allo sviluppo di armi sempre più distruttive e a un aumento significativo della spesa militare, spesso a scapito degli investimenti nello sviluppo umano integrale e nella promozione del bene comune»: è quanto ha dichiarato l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, intervenuto a New York durante una sessione dedicata alla Giornata internazionale contro i test nucleari.

Il presule ha ricordato che «dal primo test nucleare del 16 luglio 1945, sono stati condotti oltre duemila test nucleari nell’atmosfera, nel sottosuolo, sotto gli oceani e sulla terraferma. Queste azioni — ha sottolineato Caccia — hanno colpito tutti, in particolare le popolazioni indigene, le donne, i bambini e i nascituri. La salute e la dignità di molti continuano a essere colpite in silenzio, e troppo spesso senza alcun risarcimento».

Per questa ragione «la Santa Sede chiede che questa Giornata sia un momento non solo di ricordo, ma anche di riflessione sull’urgente responsabilità condivisa di garantire che le terribili esperienze del passato non si ripetano. È particolarmente preoccupante — ha aggiunto — che, di fronte a questa importante e condivisa responsabilità, la risposta globale sembri muoversi nella direzione opposta». Di qui, l’arcivescovo ha ricordato le parole che Papa Leone XIV ha affermato recentemente: «Non bisogna mai abituarsi alla guerra. Anzi, bisogna respingere con fermezza la tentazione di riporre la nostra fiducia in armi potenti e sofisticate».