
Circa settanta biblisti e studiosi di diverse discipline teologiche hanno contribuito a «Nelle parole la Parola. Dizionario biblico per la nuova evangelizzazione» (Volume 1 A-L, EDB, 2025, pp. 976, euro 115), ideato e diretto da Vincenzo Brosco, con la collaborazione di Armando Sansone. Pubblichiamo ampi stralci della prefazione del libro scritta dal cardinale Penitenziere Maggiore.
di Angelo De Donatis
Cara lettrice e caro lettore, il dizionario biblico intitolato Nelle parole la Parola. Dizionario biblico per la nuova evangelizzazione, ideato e diretto da Vincenzo Brosco, con la collaborazione di Armando Sansone, è un volume che presento con molto piacere.
L’opera ha un carattere corale e un profilo internazionale; ad essa hanno partecipato diversi biblisti e studiosi di molte discipline teologiche (teologia dogmatica, storia, patrologia, e altre), provenienti dall’Italia e dall’estero. In generale, mi sembra che nel volume si sia cercato di coniugare il rigore dell’esegesi con un approccio di carattere divulgativo, attento anche al lettore meno abituato al linguaggio teologico. In parecchi casi, inoltre, gli autori sono anche impegnati nell’attività pastorale e quindi, con autentico slancio missionario, propongono contributi che possono essere compresi da tutti, anche dai più lontani.
Il dizionario prende in considerazione un numero molto ampio di voci, scelte proprio perché sono sembrate determinanti la teologia biblica. Ogni singolo argomento comincia con una bibliografia che precede il corpo del testo, dove si presenta un’ampia panoramica dei passi biblici in cui appaiono i termini greci ed ebraici significativi per l’analisi della singola voce, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. La scelta di corredare le voci con diversi riferimenti biblici ha lo scopo di stimolare il lettore alla meditazione e alla frequentazione della Parola di Dio, rispettando un criterio classico dell’interpretazione biblica: la Bibbia si comprende con la Bibbia. Le diverse esposizioni contengono talvolta riferimenti all’esegesi ebraica e rabbinica che permettono di riconoscere il valore di questa tradizione interpretativa. Il dizionario, d’altra parte, cita ampiamente la tradizione cristiana, offrendo anche preziosi riferimenti a brani tratti dai Padri della Chiesa; in essi si può intravedere lo straordinario amore che i Padri hanno avuto per le Sacre Scritture ed apprezzare la loro interpretazione della Bibbia, sempre attenta alla centralità del mistero di Gesù Cristo, morto e risorto.
Mi si conceda a questo punto una parola sul titolo Nelle parole la Parola, tratta dall’esortazione apostolica post-sinodale Verbum Domini di Benedetto XVI: «Il cristianesimo percepisce nelle parole la Parola, il Logos stesso, che estende il suo mistero attraverso tale molteplicità e la realtà di una storia umana» (§ 44). Credo dunque che questa scelta tradisca il desiderio di favorire una «lettura credente della Sacra Scrittura» (ivi) che, non chiudendosi nell’interpretazione fondamentalista, riconosca il valore storico della Bibbia senza dimenticare le conseguenze teologiche e il significato spirituale ed esistenziale della Parola di Dio. Poiché nella Bibbia Dio ha parlato «per mezzo di uomini alla maniera umana», lo studio storico è necessario per comprendere l’intenzione dell’autore biblico e quindi per poter cogliere il significato letterale dei passi biblici; tuttavia, la consapevolezza che la Bibbia è formata da molte parole, formulate in epoche differenti, non può far dimenticare che in esse si manifesta l’unica Parola di Dio. Diceva Ugo di San Vittore: «Tutta la divina Scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, parla di Cristo e trova in Cristo il suo compimento».
In conclusione, consiglio caldamente la lettura e la consultazione di questo prezioso strumento, perché ogni credente possa avere accesso al tesoro inesauribile delle Sacre Scritture. Sant’Efrem nel suo Commento al Diatessaron (I, 18-19) affermava che di fronte alla Parola «siamo come gli assetati che bevono a una fonte»; essa offre prospettive sempre nuove a coloro che la accolgono: «Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, perché coloro che la scrutano possano contemplare ciò che preferiscono. Ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla». Quando Sant’Efrem parla di «ricchezza», non intende riferirsi a una realtà puramente materiale; più avanti nel testo, infatti, spiega: «Rallegraci perché sei stato saziato, ma non rattristarti per il fatto che la ricchezza della parola ti supera [...] Se la tua sete è spenta senza che la fonte sia inaridita potrai bervi di nuovo ogni volta che ne avrai bisogno». La Parola di Dio offre una ricchezza che non si esaurisce mai, non è mai compresa del tutto, tentare di definirla e di chiuderla in una spiegazione, significa che non se ne conoscono le reali potenzialità. L’immagine usata da Sant’Efrem, allora, si comprende solo se la si interpreta alla luce dell’amore: come la persona amata è simile a una sorgente che mentre ci disseta non smette mai di suscitare ancora un desiderio più profondo di comunione, così la Parola di Dio consente al credente di unirsi in modo sempre più profondo al Signore, grazie alle ispirazioni suscitate da Dio durante la lettura orante.
Con queste brevi riflessioni, dunque, auguro a ogni lettore di Nelle parole la Parola che, mediante la meditazione delle Scritture, possa ricevere consolazione e forza, essere sostenuto nella prova e giunga ad amare il Signore in modo sempre più pieno.