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Al Festival Giornalisti del Mediterraneo una riflessione su donne e migrazioni

Crisi climatica e dei diritti umani: le conseguenze
sulle comunità ai margini

 Crisi climatica e dei diritti umani:  le conseguenze sulle comunità ai margini   QUO-204
05 settembre 2025

dalla nostra inviata a Otranto
Beatrice Guarrera

Un futuro inclusivo in cui vengano rispettati i diritti umani passa per la giustizia ambientale e climatica. La discussione sul tema è stata affrontata nel corso della seconda serata del Festival Giornalisti del Mediterraneo, in corso a Otranto, che si concluderà domani, sabato 6 settembre. «La giustizia climatica è di stretta attualità — ha dichiarato ai media vaticani Marianna Balfour, responsabile comunicazione WWF Mediterraneo — perché sappiamo che molte delle tensioni e delle guerre in corso sono strettamente legate anche alle risorse naturali dei territori». Spetta al giornalismo mettere in luce gli aspetti più trascurati della crisi climatica, come le conseguenze che devono pagare i gruppi più marginalizzati. «Tra questi, per esempio, i contadini, i pescatori, le donne, i gruppi che hanno meno rappresentazione da un punto di vista politico», ha spiegato Balfour: «Le donne rappresentano una forza lavoro molto importante sia nel mondo dell’agricoltura e per esempio nel mondo della pesca. Eppure — ha osservato — è una forza lavoro che molto spesso non viene rappresentata da un punto di vista di politica e dal punto di vista delle policy».

Se si guarda ai dati, si può comprendere il ruolo estremamente importante che svolgono. «Basti pensare — ha continuato — che nel Sud del mondo le donne che si occupano di coltivare le terre sono circa il 43%. Eppure solo il 15% di donne detiene questi terreni agricoli. Quindi parlare delle donne nell’ambito di settori quali la pesca, quale l’agricoltura, è estremamente importante».

Un’occasione di riflessione in questo senso è stato l’incontro tra donne attive nel settore della pesca nel Mediterraneo — organizzato da WWF Mediterraneo lo scorso aprile a Spalato. Si è trattato di un evento che ha contribuito a «creare una comunità tra donne» e a «fare rete» tra loro. Nonostante le guerre in corso in Medio Oriente e il dramma delle migrazioni, infatti, «il Mediterraneo ci offre sempre momenti di unità e di speranza — ha osservato il giornalista Patrizio Nissirio —. Offre storie straordinarie di sforzo e lavoro». Eppure, allo stesso tempo il Mediterraneo è un cimitero per tanti migranti che provano ad attraversarlo». Nel 2024 la prima nazionalità di arrivo dalle rotte del Mediterraneo è il Bangladesh e la quarta è il Pakistan, Paesi tra i più colpiti da eventi estremi a livello climatico», ha sottolineato la giornalista Angela Gennaro. Tuttavia, i migranti climatici, come vengono definiti nel settore dell’informazione, non esistono per la giurisprudenza internazionale e non hanno protezione. Vivere in un ambiente sano, invece, è stato riconosciuto un diritto umano fondamentale, ha osservato Luca Eufemia, manager della sostenibilità. Un diritto sul quale ognuno è chiamato a riflettere, specialmente i governanti degli Stati che hanno potere decisionale per mettere in campo misure, volte a scongiurare il peggioramento della crisi climatica. Proprio di “Confini, muri e potere” si discuterà in un panel previsto questa sera al Festival a Otranto, senza dimenticare coloro che sperimentano gli effetti delle discordie. Racconti di Palestina e Ucraina saranno al centro dell’incontro con l’inviato di «Avvenire» Nello Scavo, con Roberto Cetera de «L’Osservatore Romano», con l'arcivescovo di Otranto Francesco Neri, con il sindaco di Bari Vito Leccese e con il frate della Custodia di Terra Santa Ibrahim Faltas. Una sguardo che, dunque, dopo l’approfondimento sulle tematiche sociali legate alla società italiana (suicidi, violenza contro le donne, mafie) dei giorni scorsi, si amplia per includere il contesto internazionale di più stretta attualità. A fine serata la consegna a padre Ibrahim Faltas e a Nello Scavo dei Premi Caravella 2025, che celebra figure di alto profilo impegnate nella difesa della libertà, della pace e dei diritti umani.