
di Andrea Monda
Quando lo vidi, appena uscito, venti anni fa, V for Vendetta, il film diretto da James McTeigue e tratto dall’omonimo romanzo a fumetti scritto da Alan Moore e illustrato da David Lloyd, non mi piacque. E così non ho avuto il desiderio né la curiosità di rivederlo. Forse invece dovrei, soprattutto se ripenso a quella prima scena che, già allora, mi colpì profondamente al punto da rimanere poi deluso rispetto a quella premessa-promessa contenuta in quei tre minuti di pellicola. A questo punto trascrivo qui di seguito le parole che la voce off pronuncia mentre sullo schermo le immagini mostrano l’arresto e l’esecuzione per impiccagione del misterioso cospiratore Guy Fawkes e lascio al lettore il gusto di apprezzarle perché la suggestione ivi contenuta è potente; non altrettanto il resto del film che andrò presto a rivedere per verificare se poi ne è stato all’altezza.
«Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto, nel tempo il ricordo andrebbe interrotto. Ma l’uomo? So che il suo nome era Guy Fawkes e so che nel 1605 tentò di far esplodere il parlamento inglese. Ma chi era realmente? Che tipo d’uomo era? Ci insegnano a ricordare le idee e non l’uomo, perché l’uomo può fallire. L’uomo può essere catturato, può essere ucciso e dimenticato. Ma quattrocento anni dopo ancora una volta un’idea può cambiare il mondo. Io sono testimone diretto della forza delle idee, ho visto gente uccidere per conto e per nome delle idee, li ho visti morire per difenderle... Ma non si può baciare un’idea, non puoi toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore... le idee non amano. Non è di un’idea che sento la mancanza ma di un uomo, un uomo che mi ha riportato alla mente il 5 novembre: un uomo che non dimenticherò mai».